NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Il che udendo Calandrino e veggendo che veduto era, pieno di cruccio e di dolore cominciò a gridare: - Oimè, malvagia femina, o eri tu costì? tu m'hai diserto, ma in fé di Dio io te ne pagherò! - e salita in una sua saletta e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso corse verso la moglie, e presala per le treccie la si gittò a' piedi, e quivi, quanto egli potè menar le braccia e' piedi, tanto le diè per tutta la persona pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o esso addosso che macero non fosse, niuna cosa valendole il chieder mercé con le mani in croce.
     Buffalmacco e Bruno, poi ché co' guardiani della porta ebbero alquanto riso, con lento passo cominciarono alquanto lontani a seguitar Calandrino; e giunti a piè dell'uscio di lui, sentirono la fiera battitura la quale alla moglie dava, e faccenda vista di giungere pure allora, il chiamarono. Calandrino tutto sudato, rosse e affannato si fece alla finestra e pregogli che suso a lui dovessero andare. Essi, mostrandosi alquanto turbati, andaron suso e videro la sala piena di pietre, e nell'un de' canti la donna scapigliata, stracciata, tutta livida e rotta nel viso dolorosamente piangere; e d'altra parte Calandrino scinto e ansando a guisa d'uom lasso sedersi.

     Dove, come alquanto ebbero riguardato, dissero: - Che è questa, Calandrino? vuoi tu murare, ché noi veggiamo qui tante pietre? - e oltre a questo soggiunsero: - E monna Tessa che ha? e' par che tu l'abbi battuta: che novelle son queste - Calandrino, faticato dal peso delle pietre e dalla rabbia con la quale la donna aveva battuta, e dal dolore della ventura la quale perduta gli pareva avere, non poteva raccogliere lo spirito a formare intera la parola alla risposta; per che soprastando, Buffalmacco ricominciò: - Calandrino, se tu avevi altra ira, tu non ci dovevi perciò straziare come fatto hai; ché, poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo, a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti e venistene, il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu ci farai mai.


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