Opere di letteratura italiana e straniera |
A cui lo scolare, che a diletto la teneva a parole, rispose: - Madonna, la tua fede non si rimise ora nelle mie mani per amor che tu mi portassi, ma per racquistare quello che tu perduto avevi; e per ciò niuna cosa merita altro che maggior male: e mattamente credi, se tu credi questa sola via, senza più, essere alla disiderata vendetta da me opportuna stata. Io n'aveva mille altre, e mille lacciuoli col mostrar d'amarti t'aveva tesi intorno a' piedi, né guari di tempo era ad andare, che di necessità, se questo avvenuto non fosse, ti convenia in uno incappare, né potevi incappare in alcuno, che in maggior pena e vergogna che questa non ti fia, caduta non fossi: e questo presi non per agevolarti, ma per esser più tosto lieto. E dove tutti mancati mi fossero, non mi fuggiva la penna, con la quale tante e sì fatte cose di te scritte avrei e in sì fatta maniera, che, avendole tu risapute, ché l'avresti, avresti il dì mille volte disiderato di mai non esser nata. Le forze della penna sono troppo maggiori che coloro non estimano che quelle con conoscimento provate non hanno. Io giuro a Dio, e se egli di questa vendetta che io di te prendo mi faccia allegro infin la fine come nel cominciamento m'ha fatto, che io avrei di te scritte cose che, non che dell'altre persone, ma di te stessa vergognandoti, per non poterti vedere t'avresti cavati gli occhi: e per ciò non rimproverare al mare d'averlo fatto crescere il piccolo ruscelletto. Del tuo amore, o che tu sii mia, non ho io, come già dissi, alcuna cura: sieti pur di colui di cui stata se', se tu puoi; il quale come io già odiai, così al presente amo, riguardando a ciò che egli ha ora verso te operato. Voi v'andate innamorando e disiderate l'amor de' giovani, per ciò che alquanto con le carni più vive e con le barbe più nere gli vedete, e sopra sé andare e carolare e giostrare: le quali cose tutte ebber coloro che più alquanto attempati sono, e quel sanno che coloro hanno ad imparare. E oltre a ciò gli stimate miglior cavalieri e far di più miglia le lor giornate che gli uomini più maturi. Certo io confesso che essi con maggior forza scuotono i pilliccioni, ma gli attempati, sì come esperti, sanno meglio i luoghi dove stanno le pulci, e di gran lunga è da eleggere piuttosto il poco e saporito che il molto e insipido; e il trottar forte rompe. e stanca altrui, quantunque sia giovane, dove il soavemente andare, ancora che alquanto più tardi altrui meni allo albergo, egli il vi conduce almen riposato. Voi non v'accorgete, animali senza intelletto, quanto di male sotto quella poca di bella apparenza stea nascoso. Non sono i giovani d'una contenti, ma quante ne veggono tante ne disiderano, di tante par loro esser degni; per che essere non puo stabile il loro amore, e tu ora ne puoi per pruova esser verissima testimonianza. E par loro esser degni d'essere reveriti e careggiati dalle lor donne, né altra gloria hanno maggiore che il vantarsi di quelle che hanno avute: il qual fallo già sotto a' frati, che nol ridicono, ne mise molte. Benché tu dichi che mai i tuoi amori non seppe altri che la tua fante e io, tu il sai male, e mal credi se così credi: la sua contrada quasi di niun'altra cosa ragiona, e la tua; ma le più volte è l'ultimo, a cui cotali cose agli orecchi pervengono, colui a cui elle appartengono. Essi ancora vi rubano, dove dagli attempati v'è donato. Tu adunque, che male eleggesti, sieti di colui a cui tu ti desti, e me, il quale schernisti, lascia stare ad altri, ché io ho trovata donna da molto più che tu non se', che meglio m'ha conosciuto che tu non facesti. E acciò che tu del disiderio degli occhi miei possi maggior certezza nell'altro mondo portare che non mostra che tu in questo prenda dalle mie parole, gittati giù pur tosto, e l'anima tua, si come io credo, già ricevuta nelle braccia del diavolo, potrà vedere se gli occhi miei d'averti veduta strabocchevolmente cadere si saranno turbati o no. Ma per ciò che io credo che di tanto non mi vorrai far lieto, ti dico che, se il sole ti comincia a scaldare, ricordati del freddo che tu a me face
sti patire, e se con cotesto caldo il mescolerai, senza fallo il sol sentirai temperato.
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