Opere di letteratura italiana e straniera |
Esso, insieme con un suo fidato compagno chiamato Adriano, il quale questo amor sapeva, tolti una sera al tardi due ronzini a vettura e postevi su due valigie, forse piene di paglia, di Firenze uscirono, e presa una lor volta, sopra il pian di Mugnone cavalcando pervennero, essendo già notte; e di quindi, come se di Romagna tornassero, data la volta, verso le case se ne vennero, e alla casa del buon uom picchiarono, il quale, sì come colui che molto era dimestico di ciascuno, aperse la porta prestamente: al quale Pinuccio disse: - Vedi, a te conviene stanotte albergarci: noi ci credemmo dover potere entrare in Firenze, e non ci siamo si saputi studiare, che noi non siam qui pure a così fatta ora, come tu vedi, giunti.
Ismontati adunque i due giovani e nello alberghetto entrati, primieramente i loro ronzini adagiarono, e appresso, avendo ben seco portato da cena, insieme con l'oste cenarono. Ora non avea l'oste che una cameretta assai piccola, nella quale eran tre letticelli messi come il meglio l'oste avea saputo; né v'era per tutto ciò tanto di spazio rimaso, essendone due dall'una delle facce della camera e 'l terzo di rincontro a quegli dall'altra, che altro che strettamente andar vi si potesse. Di questi tre letti fece l'oste il men cattivo acconciar per li due compagni, e fecegli coricare: poi, dopo alquanto, non dormendo alcun di loro, come che di dormir mostrassero, fece l'oste nell'un de' due che rimasi erano coricar la figliuola, e nell'altro s'entrò egli e la donna sua, la quale allato del letto dove dormiva pose la culla nella quale il suo piccolo figlioletto teneva. Ed essendo le cose in questa guisa disposte, e Pinuccio avendo ogni cosa veduta, dopo alquanto spazio, parendogli che ogn'uno addormentato fosse, pianamente levatosi, se n'andò al letticello dove la giovane amata da lui si giaceva, e miselesi a giacere allato: dalla quale, ancora che paurosamente il facesse, fu lietamente raccolto, e con essolei di quel piacere che più disideravano prendendo si stette. E standosi così Pinuccio con la giovane, avvenne che una gatta fece certe cose cadere, le quali la donna destatasi sentì: per che levatasi, temendo non fosse altro, così al buio come era, se n'andò là dove sentito avea il romore. Adriano, che a ciò non avea l'animo, per avventura per alcuna opportunità natural si levò, alla quale espedire andando, trovò la culla postavi dalla donna, e non potendo senza levarla oltrepassare, presala, la levò del luogo dove era e posela allato al letto dove esso dormiva; e fornito quello per che levato s'era e tornandosene, senza della culla, curarsi, nel letto se n'entrò. |