Opere di letteratura italiana e straniera |
La donna, avendo cerco e trovato che quello che caduto era non era tal cosa, non si curò d'altrimenti accender lume per vederlo, ma, garrito alla gatta, nella cameretta se ne tornò, e a tentone direttamente al letto dove il marito dormiva se n'andò; ma, non trovandovi la culla, disse seco stessa: "Oimè, cattiva me, vedi quel che io faceva! in fé di Dio, che io me n'andava dirittamente nel letto degli osti miei"; e, fattasi un poco più avanti e trovando la culla, in quello letto al quale ella era allato insieme con Adriano si coricò, credendosi col marito coricare. Adriano, che ancora raddormentato non era, sentendo questo, la ricevette bene e lietamente, e senza fare altramenti motto, da una volta in su caricò l'orza con gran piacer della donna.
E così stando, temendo Pinuccio non il sonno con la sua giovane il soppraprendesse, avendone quel piacer preso che egli desiderava, per tornar nel suo letto a dormire le si levò dal lato, e là venendone, trovando la culla, credette quello essere quel dell'oste: per che, fattosi un poco più avanti, insieme con l'oste si coricò, il quale per la venuta di Pinuccio si destò. Pinuccio, credendosi essere allato ad Adriano, disse: - Ben ti dico che mai sì dolce cosa non fu come è la Niccolosa! al corpo di Dio, io ho avuto con lei il maggior diletto che mai uomo avesse con femina, e dicoti che io sono andato da sei volte in su in villa, poscia che io mi partii quinci. |