NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     L'oste, udendo quello che la donna diceva e quello che diceva Adriano, cominciò a creder troppo bene che Pinuccio sognasse: per che, presolo per la spalla, lo 'ncominciò a dimenare e a chiamar, dicendo: - Pinnccio, destati: tornati al letto tuo.
     Pinuccio, avendo raccolto ciò che detto s'era, cominciò a guisa d'uom che sognasse ad entrare in altri farnetichi: di che l'oste faceva le maggior risa del mondo. Alla fine, pur sentendosi dimenare,. fece sembiante di destarsi, e chiamando Adrian, disse: - È egli ancora dì, che tu mi chiami?
     Adriano disse: - Sì, vienne qua.
     Costui, infignendosi e mostrandosi ben sonnacchioso, al fine si levò dal lato all'oste e tornossi al letto con Adriano; e, venuto il giorno e levatisi, l'oste incominciò a ridere e a farsi beffe di lui e de' suoi sogni. E così d'uno in altro motto, acconci i due giovani i lor ronzini e messe le lor valigie e bevuto con l'oste, rimontati a cavallo se ne vennero a Firenze, non meno contenti del modo in che la cosa avvenuta era, che dello effetto stesso della cosa. E poi appresso, trovati altri modi, Pinuccio con la Niccolosa si ritrovò, la quale alla madre affermava lui fermamente aver sognato; per la quale cosa la donna, ricordandosi dell'abbracciar d'Adriano, sola seco diceva d'aver vegghiato.

     Giornata nona. Novella VI



     NOBILE INVIDIA DI MITRIDANES
     Mitridanes, invidioso della cortesia di Natan, andando per ucciderlo, senza conoscerlo capita a lui, e da lui stesso informato del modo, il truova in un boschetto come ordinato avea; il quale riconoscendolo si vergogna, e suo amico diviene.


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