NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Pinuccio, che non era il più savio giovane del mondo, avveggendosi del suo errore, non ricorse ad emendare come meglio avesse potuto, ma disse: - Di che mi pagherai? che mi potresti fare tu?
     La donna dell'oste, che col marito si credeva essere, disse ad Adriano: - Oimè! odi gli osti nostri che hanno non so che parole insieme.
     Adriano ridendo disse: - Lasciali fare, che Iddio gli metta in mal anno: essi bevver troppo iersera.
     La donna, parendole avere udito il marito garrire e udendo Adriano, incontanente conobbe là dove stata era e con cui: per che, come savia, senza alcuna parola dire, subitamente si levò, e presa la culla del suo figlioletto, come che punto lume nella camera non si vedesse, per avviso la portò allato al letto dove dormiva la figliuola e con lei si coricò; e quasi desta fosse per lo rumore del marito, il chiamò e domandollo che parole egli avesse con Pinuccio: il marito rispose: - Non odi tu ciò ch'e' dice che ha fatto stanotte alla Niccolosa?

     La donna disse: - Egli mente bene per la gola, ché con la Niccolosa non è egli giaciuto: ché io mi ci coricai io in quel punto che io non ho mai poscia potuto dormire; e tu se' una bestia che gli credi. Voi bevete tanto la sera, che poscia sognate la notte e andate in qua e in là senza sentirvi, e parvi far maraviglie; egli è gran peccato che voi non vi fiaccate il collo! Ma che fa egli costì Pinuccio? perché non si sta egli nel letto suo?
     D'altra parte Adriano, veggendo che la donna saviamente la sua vergogna e quella della figliuola ricopriva, disse: - Pinuccio, io te l'ho detto cento volte che tu non vada attorno, ché questo tuo vizio del levarti in sogno e di dire le favole che tu sogni per vere ti daranno una volta la mala ventura: torna qua, che Dio ti dea la mala notte!


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