NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     A cui ella rispose: - Signor mio, sì.
     Ed egli disse: - E io voglio le per mia moglie - ; e in presenza di tutti la sposò, e fattala sopra un pallafren montare, onorevolmente accompagnata a casa la si menò. Quivi furon le nozze belle e grandi e la festa non altramenti che se presa avesse la figliuola del re di Francia.
     La giovane sposa parve che co' vestimenti insieme l'animo e i costumi mutasse. Ella era, come già dicernmo, di persona e di viso bella, e così come bella era, divenne tanto avvenevole, tanto piacevole e tanto costumata, che non figliuola di Giannucole e guardiana di pecore pareva stata, ma d'alcun nobile signore: di che ella faceva maravigliare ogn'uom che prima conosciuta l'avea; e oltre a questo era tanto obbediente al marito e tanto servente, che egli si teneva il più contento e il più appagato uomo del mondo, e similmente verso i sudditi del marito era tanto graziosa e tanto benigna, che niun ve n'era che più che sé non l'amasse e che non l'onorasse di grado, tutti per lo suo bene e per lo suo stato e per lo suo essaltamento pregando, dicendo, dove dir solieno Gualtieri aver fatto come poco savio d'averla per moglie presa, che egli era il più savio e il più avveduto uomo che al mondo fosse, per ciò che niun altro che egli avrebbe mai potuto conoscere l'alta virtù di costei nascosta sotto i poveri panni e sotto l'abito villesco. E in brieve non solamente nel suo marchesato, ma per tutto, anzi che gran tempo fosse passato, seppe ella sì fare, che ella fece ragionare del suo valore e del suo bene adoperare, e in contrario rivolgere, se alcuna cosa detta s'era contra 'l marito per lei quando sposata l'avea. Ella non fu guari con Gualtieri dimorata, che ella ingravidò, e al tempo partorì una fanciulla, di che Gualtieri fece gran festa.


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