NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ora essendo un giorno messer Giannetto alla finestra del palazzo con la donna sua, vide passare per piazza una brigata d'uomini con torchietti in mano accesi, i quali andavano a offerire. Disse messer Giannetto: - Che vuoi dire quello? - Rispose la donna: - Quella è una brigata d'artefici che vanno a offerire alla chiesa di San Giovanni, perch'egli è oggi la festa sua. - Messer Giannetto si ricordò allora di messere Ansaldo, e levòssi dalla finestra, e trasse un gran sospiro e tutto si cambiò nel viso, e andava in qua e in là per la sala più volte, pensando sopra questo fatto. La donna il domandò quel che egli aveva. Rispose messer Giannetto: - Io non ho altro. - Per che la donna il cominciò a stimolare e a dire: - Per certo voi avete qualche cosa, e non me lo volete dire. - E tanto gli disse, che messere Giannetto le contò tutta la novella, e come messere Ansaldo era nimaso pegno per dieci mila fiorini: - Questo dì corre il termine - diceva egli - e però ho gran dolore che mio padre moia per me; perché se oggi e' non gli li dà, ha da perdere una libra di carne d'addosso - La donna disse: - Messere, montate subitamente a cavallo, ed attraversate per terra, che andrete più tosto che per mare, e menate quella compagnia che vi piace, e portate cento mila fiorini, e non restate mai che voi siate a Vinegia; e s'e' non è morto, fate di menano qui. - Per che egli subito fe' dare nella trombetta, e montò a cavallo con venti compagni, e tolse danari assai e prese commiato; e cavalca forte verso Vinegia


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