NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Ora venne la sera, ed essendo tempo d'andare a posarsi, la donna prese per mano Giannetto e disse: - Andiamo a posarci. - Ed essendo sull'uscio della camera, una cameriera della donna, cui incresceva di Giannetto, si gl'inchinò così all'orecchio, e dissegli pianamente: - Fa vista di bere, e non bere stasera. - Giannetto intese le parole, ed entrò in camera, e la donna disse: - Io so che voi avete colto sete, e però io voglio che voi beviate prima che v'andiate a dormire. - E subito vennero due donzelle, che parevano due angioli, con vino e confetti al modo usato, e si attesero a dar bere. Disse Giannetto: - Chi si terrebbe di non bere, veggendo queste due damigelle tanto belle? - Di che la donna rise. E Giannetto prese la tazza, e fe' vista di bere, e cacciòsselo giù pel seno; e la donna si credette ch'egli avesse bevuto, e disse fra 'l suo cuore: "Tu conducerai un'altra nave, ché questa hai tu perduta". Giannetto se ne andò nel letto, e sentissi tutto chiaro e di buona volontà, e parevagli mille anni che la donna ne venisse a letto, e diceva fra sé medesimo: "Per certo io ho giunta costei; sì ch'e' ne pensa una il ghiotto, e un'altra il tavernaio". - E perché la donna Venisse più tòsto nel letto, cominciò a far vista di russare e dormire. Per che la donna disse: - Tu stai bene. - E subito si spogliò e andò allato a Giannetto. Il quale non aspettò punto, ma comunque la donna fu entrata sotto, così si volse a lei, e abbracciòlla e disse: - Ora ho quel ch'io ho tanto desiderato. - E con questo le donò la pace del santissimo matrimonio e in tutta la notte non gli uscì di braccio. Di che la donna fu più contenta. E subito si levò la mattina innanzi giorno, e fece mandare per tutti i baroni e cavalieri e altri cittadini assai, e disse loro: - Giannetto è vostro signore, e però attendete a far festa. - Di che subito per la terra si levò il romore gridando: - Viva il signore, viva il signore! - e dà nelle campane e negli stormenti, sonando a festa. E mandòssi per molti baroni e conti ch'erano fuor del castello, dicendo loro: - Venite a vedere il signor vostro. - E quivi si cominciò una grande e bellissima festa. E quando Giannetto uscì dalla camera, fu fatto cavaliere e posto sulla sedia, e datogli la bacchetta in mano, e chiamato a vita signore con molto trionfo e gloria. E poi che tutti i baroni e le donne furono venuti a corte, egli sposò questa gentildonna con tanta festa e con tanta allegrezza, che non si potrebbe né dire né imaginare. Per che tutti i baroni e signori del paese vennero alla festa a fare allegrezza, giostrare, armeggiare, danzare, cantare e sonare, con tutte quelle cose che s'appartengono a far festa. Messer Giannetto, come magnanimo, cominciò a donare drappi di seta e altre ricche cose ch'egli aveva recate, e cominciò a diventare virile, e a farsi temere, e a mantenere ragione e giustizia a ogni maniera di gente. E così si stava in questa festa e allegrezza, e non si curava né ricordava di messer Ansaldo cattivello, ch'era rimaso pegno per dieci mila fiorini a quel Giudeo.


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