NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 366
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     Com'è detto, così fu fatto; che questo medico ebbe fiorini dua per uno, e prima che si movesse, gli acconciò in una casa, ciascuno col fuoco e col trombone a bocca, ed unse loro i gozzi, e disse non si partissono finché tornasse. Quelli dissono così fare. Maestro Gonnella si partì, e vennesene a Bologna; e spiato che là era un Podestà giovane, desideroso d'onore, se n'andò a lui, e disse: - Messer lo Podestà, io credo che per avere onore voi fareste ogni spendio; e pertanto se mi volete dare fiorini cinquanta, ché son povere uomo, io ho alle mani cosa che vi darà il maggiore onore che voi aveste mai.
     Il rettore volonteroso disse che era contento, ma che gli dicesse di che materia era la cosa. E quelli disse: - Io vel dirò. In una casa sono una brigata che fanno moneta falsa; date buona compagnia al vostro cavaliere, ed io il metterò sul fatto, sì veramente che, perché sono uomeni di buone famiglie, non vorrei loro nimistà. Quando io avrò messo il vostro cavaliere sul fatto, io mi voglio andare a mio cammino.

     Questa cosa piacque al Podestà; e apparecchiato il cavaliere con buona famiglia, sappiendo che avea andare da lungi, diede fiorini cinquanta al Gonnella, e la notte gli mandò via, tantoché giunsono alla casa, dove si conciavano i gozzi. E trovato il fante suo che era in punto, dissono:
     - Qui sono la brigata; e fatevi con Dio, ch'io non voglio che paia che io abbia fatto questo.
     Il cavaliere disse: - Va' pur via; - e dando nella porta, dice: - Avrite zà.
     Quelli rispondeano: - Siete voi il maestro?


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]