NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Così adiviene spesso agli uomini trascurati, o più tosto, si potrebbe dire, smemorati; ché, venendo costui dal mare co' granchi, gli puose sul letto, e gli ne intervenne quelle che ben gli stette; perocché, s'egli avea preso il granchio, e 'l granchio si vendicò pigliando lui e la moglie per sì fatta maniera, che, quando il granchio ne fu levato dal maliscalco, si potea dire come disse Dante: "La bocca sollevò dal fiero pasto, etc.". E così in questa vita spesso son presi gli uomini da diversi casi, e sono tanti che uomo non gli potria mai immaginare. E però non si dee alcuno fidare della fortuna, perocché spesse volte il morso d'un picciolo ragnolo ha morto uno fortissimo uomo.
     (Novella CCVIII)



     IL VENTO SOTTO LE LENZUOLA
     Agnolo Moronti fa una beffa al Golfo; dormendo con lui, soffia con uno mantaco sotto il copertoio, e faccendoli credere sia vento, lo fa quasi disperare.


     S
     OLLAZZEVOLE inganno fu quello che fece a uno, Agnolo Moronti di Casentino, piacevole buffone, del quale a drieto in alcuna novella è fatta menzione.
     Erasi partito il detto Agnolo da casa sua, e andato a una festa per guadagnare, come li suoi pari fanno; e tornando indietro, s'avviò verso il Pontassieve dove un'altra festa si facea. Alla quale appressandosi, si mise un suo asino innanzi, il quale avea appiccato uno cembalo alla sella, e aveali messo un cardo sotto la coda; di che l'asino, per lo cardo scontorcendosi e saltando, nell'andare facea sonare il cembalo, ed alcun'ora con lo spetezzare li facea il tenore: e Agnolo drieto ballando, con questo asino e con questo stormento giunse alla festa; là dove ciascuno, per novità, con grande risa corse a vedere il detto trastullo.


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