(Dagli Assempri, XLVI)
LA BERTUCCIA E IL MERCANTE
Come una bertucciola tolse a un mercatante tutto 'l mal guadagno ch'egli aveva fatto, e gittollo in mare.
U
N uomo de la città di Siena si partì de la terra sua, et andò in longo paese con cento denar d'oro, e cominciò a fare iniqua e falsa mercanzia di vino, cioè che mescolava l'acqua col vino, e faceva false misure e mescolava e' vini e frodava la gabelle. E così s'ingegnava in ogni mai modo che poteva di guadagnare senza nessuna conscienzia. Et avendo già guadagnato sopra 'l suo capitale ben cinquecento fiorini d'oro, e recandosi ogni cosa in denari, volevasi ritornare con essi a la patria sua. Avvenne che venendosene, et avendo questi suoi maledetti denari con seco in un borsello suggellato et entrato lo mare, el padrone de la nave disse agli arrivati ch'erano entrati ne la nave: Chiunque ha denari, sì me gli accomandi e diemeli a serbare, altrimenti li tenga a suo rischio e a sua ventura.. Allora questo misero trasse fuore el borsello di questi suoi maladetti denari per accomandargli al padrone, e ponendoli su 'n un banco dinanzi.al padrone dov'egli scriveva. E come gli ebbe posti sul banco, una bertucciola ch'era ine presso, gli prese subbitamente e fuggì con essi su l'arboro de la nave. Allora quel misero uomo di dolore e di tristizia venne tutto meno, e pregava 'l padrone che le mandasse dietro qualche uno su l'arboro che le 'l tollesse. Allora disse 'l padrone, se io vi mando io dubito ch'ella non gitti el borsello in mare, e non n'avarete mai cavelle. Sicché mi pare che sia 'l meglio che noi stiamo a vedere quel ch'ella fa. E salita la bertucciola sull'arboro si pose a sedere et aperse 'l borsello di quelli maledetti denari, et a uno a uno gli cominciò a trar fuore e ponevaseli al naso e poi gli gittava giù et alcuni gli gittava ne la nave et alquanti in mare. E così tanti ne gittò ne la nave che quel misero uomo ebbe el suo capitale, e tutto l'avanzo gittò in mare, però che era de la ragione del diavolo. E propriamente gl'intervenne come dice 'l proverbio, che per mala via venne 'l pepe e mala via prese. E poi el misero doloroso si ritornò a casa con pochissimo guadagno di peccati e di miseria, e con grandissimo carico sopra l'anima sua, e senza nessun guadagno di cose temporali. E però considera misero quello che dopo la longa e molta fadiga che tu hai dato a' guadagni e massimamente agl'iniqui e pessimi guadagni, però che se tu vorrai considerare, pochi ne vedrai eziandio in questa vita che ne godono e n'abbiano bene nessuno, non ostante che ogni superfluo lograto e tolto a' povari per qualunque modo si sia guadagnato. Et all'ultimo giudicio si converrà che l'uomo renda ragione a Dio insino a una briciola di pane e una gocciola d'acqua. Però che quello ricco che dice Cristo nel vangelio che fu sepolto nello 'nferno chiese ad Abram una gocciola d'acqua che gli 'l ponesse su la lengua, però che ardeva di fuoco infernale e non fu degno d'averla però che sempre aveva avuto bene in questa vita, e Lazzaro similiter mala. Sicché non sia nessuno che si dia a credere ch'egli possa godere in questa vita temporalmente, e poi nell'altra in gloria. Però che è di necessità che chi vuol seguitar Cristo in cielo, el seguiti in questa vita, cioè ne le pene e ne le fadìghe e ne le tribulazioni e ne le infermità e ne le vergogne e ne' vitoperi e ne le povertà, sempre laudando e ringraziando Idio di ciò che gli aviene di contrario per qualunque modo si sia. Sicché el sopradetto ricco el quale non dice Cristo ch'egli avesse nessuno mal guadagno, né ch'egli avesse nessun prestato a usura, né frodato né morto né robbato uomini né fatto nessuna falsità; anco solamente dice che fu sepolto nello 'nferno perché egli aveva voluto godere in questa vita, e perch'ègli era stato crudele inverso de' povari. Ora puoi pensare che giudizio e che sentenzia riceverà colui el quale ha sempre prestato a usura, et ha sempre robbato e furato e fatto ogni mal guadagno. E non tanto ch'egli abbi fatto bene a' povari, ancor gli ha morti e robbati e tenutoli in prigione, e fattogli ricomprare, et a diletto bastemiato Idio e' Santi e tutta la Corte Celestiale, e tutto dì mangiando e bevendo come le bestie et inebriando, e come porc
o brutto inviluppandosi in ogni lussuria. E senza nessuna conscienzia o timor di Dio vivendo in ogni iniquità e crudele più che fiera salvatica e pieno di superbia e d'invidia diabolica, e tutto dì giocando e bastemiando. Sicché tu medesimo tel pensa che giudicio e che sentenzia sentiranno questi cotali. El sopra detto assempro ebbi da un grandissimo servo di Dio.
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