NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Oh, e' c'è quanto sale in questa novella! Hami inteso? Corbo con corbo non si cava mai occhio. A proposito: quando sarà uno gattivo lupo o volpe che farà una cosa, cuopre, cuopre che non si vegga, come, la gatta. Ma se è la pecoruccia o l'asino, cioè la vedova, o il pupillo o un povaretto che dica o faccia una piccola cosa; amazza, amazza, e' si vorrebbe fare. E così è rubbato per modo, che non gli rimane nulla. Lupo e lupo non si mangiano insieme, ma mangiano l'altrui carni. E però vi dico: o tu che reggi, non bastonare l'asino e la pecora per una piccola cosa, e non commendare il lupo e la volpe per lo fallo grande.



     LA SCIMMIA SI FA GIUSTIZIA

     D
     OH! Io ti voglio dire uno essemplo che fu nella corte del re di Francia, ovvero del re di Spania. Elli aveva una scimia e uno orso, e tenevasegli per diletto. Avenne che avendo la scimia i figliuoli, l'orso amazzò un scimiuolo e mangiosselo. La scimia vedendo che questo l'era stato fatto, pareva che gridasse giustizia, e andava quasi a ognuno di quelli di casa, ella si ravolleva ora in qua ora in là, d'intorno a chiunque ella vedeva. E vedendo costei che ella non era intesa, uno dì ella si sciolse, e andossene in quello luogo dove stava l'orso; che pareva che ella dicesse: - Poi che altri non fa giustizia del fallo di quest'orso, io ne la farò io stessa. - In quel luogo dove stava l'orso, v'era di molto fieno. Questa scimia pigliava di questo fieno, e si ragunò intorno a quello orso: infine ella vi misse fuoco e arse l'orso, e fecine la giustizia lei stessa. Vedi che le bestie s'ingegnano che la giustizia sia fatta, e rendere il merito sicondo l'operazione che altri fa.


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