Opere di letteratura italiana e straniera |
Andane alla Camera del Duca, e poco stante egli venne molto turbato, e sanza dirmi niente; e poco stante, disse a uno suo Scudiere: Va a la casa del Visconte, e digli da mia parte, ch'io voglio sapere innanzi ch'io dorma s'egli vuole fare quello, di che l'ò preghato. Andò lo Scudiere, e tornò, e disse, ch'egli era disposto come dinanzi. Allora il Duca mi disse: Non uscire di questa casa sanza me, che a suo malgrado io ti ghuarderò, e farogli poco honore. E la mattina montamo a cavallo, e andamo dietro al Re, che s'era partito. Giugnemolo a una Badia, dov'era smontato per desinare; ove il Duca parlò a lui, e disseli tutto il caso della notte, preghandolo, che gli desse licienzia, d'aiutare li suoi servidori, de' quali io era. Lo Re gli rispose diciendo: Il Visconte disse, e fecie male, e Bonacorso non poté fare di meno per suo honore, che rispondergli; ma io non voglio, che la quistione vada più innanzi; e chiamò a sé il Duca di Berrì, e quello di Borbon, e parechi altri Signori, e disse loro con viso turbato: Mandate per lo Visconte, e diteli ch'io voglio, che innanzi ch'egli si parta di questa sala, egli faccia ciò, che mio fratello vuole della quistione, ch'ebbe stanotte con Bonacorso. Venne il Visconte, dove il Duca di Berrì gli parlò alla presenzia del Re, e di tutti; e disse quello, che lo Re avea comandato. Di che il Visconte si volse al Duca d'Orliens, diciendo: Messere, io mi dolgho forte, che voi abiate presa la parte d'uno Lombardo contro a me, che sono vostro parente, e vostro servidore, e non bisognava, che voi ne parlaste al Re, però che da' vostri comandamenti non mi voglio partire, e s'io vi neghai questa notte quello mi domandaste, io lo feci pensando, che voi non diceste a certo: ma ora ch'io veggio dite a cierto, io sono contento di dimettere lo smentire, che Bonacorso mi fecie questa notte alla vostra presenzia. Il Duca rispose, e disse: Voi principiaste, e diceste tali parole a la mia presenzia a Bonacorso, che s'egli si fosse taciuto, io l'arei tenuto meno che buono. Alora il Duca di Berrì, che era quivi presso, e tutte le parole del Re, e di tutti, che perciò s'erano dette, aveva udite, e 'ntese, fece le debita reverenzia. Il detto di Berrì parlò diciendo: Monsignore lo Re à sentito le parole, che voi aveste questa notte col Visconte, la quale cosa gl'è dispiaciuta molto, e cierto, Bonacorso, Voi aveste troppo grande baldanza a smentire uno si fatto Signore; però ch'egli è parente nostro, ed è tale, che non è Signore, né Reame sì grande, eccietto i Fior d'Alis, che al Visconte non fugisse la via d'avere ghuerra con lui, ma perché Messer lo Re è benigno, e non vuole, che più scandolo ne seghua, e vuole, che il Visconte vi perdoni, e che voi siate amici come davanti adunche voi, Bonacorso, domandate perdono al Visconte. Risposi, e volsimi al Visconte diciendo: Messere, perdonatemi s'io ò detto, o fatto cosa, che vi dispiaccia. Risposemi e disse: Dipoi che piacie al Re, e a Messer suo fratello, se tu m'avessi tagliato il viso, io ti perdonerei, e così ti perdono, e più, ch'a te domando perdono, e voglio esser tuo buon amico.
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