NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Fornita la festa e disciolta la pompa del spettacolo ognuno incomincị ad accendere i doppieri; el duca usć con gli ambasciatori di sala, e si pose in su l'uscire della porta alle frontiere a spettare, dardeggiare et sguardi et risi con l'amorosa sua, come egli era uso; ma la sagace madonna con faccia di gratiosità gli guasṭ il tratto. Era nella detta sala, dove era celebrata la gran festa, un'altra uscita, che per un poggiolo della corte interiore prestava l'abito; onde subito la duchessa accorta del disegno del signore, fece fermare tutte le donne, che voleano uscire, mostrando rinfrescare la collatione da l'altro canto; subito manḍ a dimandare le caravaggie, cị è tutte quelle che in corte gli lavano i panni, che coś le si chiamavano. Et erano forse quaranta e quatro a numero; e presto posti i donzelli con i doppieri inanti a queste, si fece aviare fora per la porta ove il duca con gli ambasciatori era aspettante; e l'altre donne giovani, ornate e belle, con l'amorosa Ducale se fe' passare per la porta di dietro, e andare a casa, senza che 'l duca ne sentisse niente. Come il signore vidde i donzelli con i doppieri aviati verso loro; si comincị infalconare et a mettere la musa in continentia; dicendo seco: adesso vien da godere e pascere gli occhi; e schiẓ un poco a uno de gli ambasciatori il braccio. Ma come le caravagge furono presso e cominciarono alla fila con quei mostacci vecchi a presentarsi, el signore si conobbe essere beffato, e gl'ambasciatori accorti della zarda incominciorno a cachinare de riso.


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