NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 533
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     E fattosi chiamare Roderigo di Castiglia, prese una casa a fitto nel borgo d'Ognisanti; e perché non si potessino rinvenire le sue condizioni, disse essersi da piccolo partito d'Ispagna e itone in Soria, e avere in Aleppe guadagnato tutte le sue facoltà; donde s'era poi partito per venire in Italia a prender donna in luoghi più umani e alla vita civile e allo animo suo più conformi. Era Roderigo bellissimo uomo e mostrava una età di trenta anni; e avendo in pochi giorni dimostrato di quante ricchezze abundassi, e dando esempli di sé di essere umano e liberale, molti nobili cittadini che avevano assai figliuole e pochi danari, se gli offerivano: intra le quali tutte Roderigo scelse una bellissima fanciulla chiamata Onesta, figliuola di Amerigo Donati il quale ne aveva tre altre, insieme con trefigliuoli maschi tutti uomini, e quelle erano quasi che da marito; e benché fussi d'una nobilissima famiglia, e di lui fussi in Firenze tenuto buono conto, non di manco era, rispetto alla brigata avea e alla nobilità, poveri ssimo.

     Fece Roderigo magnifiche e splendidissime nozze, né lasciò indietro alcuna di quelle cose che in simili feste si desiderano. Ed essendo, per la legge che gli era stata data nello uscire d'inferno, sottoposto a tutte le passioni umane, subito cominciò a pigliare piacere degli onori e delle pompe del mondo e avere caro di essere laudato intra gli uomini; il che gli arrecava spesa non piccola. Oltra di questo non fu dimorato molto con la sua monna Onesta, che se ne innamorò fuori di misura; né poteva vivere qualunque volta la vedeva stare trista e avere alcuno dispiacere. Aveva monna Onesta portato in casa di Roderigo, insieme con la nobiltà e con la bellezza, tanta superbia che non ne ebbe mai tanta Lucifero; e Roderigo, che aveva provata l'una e l'altra, giudicava quella della moglie superiore. Ma diventò di lunga maggiore, come prima quella si accorse dello amore che il marito le portava; e parendole poterlo da ogni parte signoreggigre, sanza alcuna piatà o rispetto lo comandava; né dubitava, quando da lui alcuna cosa gli era negata, con parole villane e iniuriose morderlo; il che era a Roderigo cagione di inestimabile noia. Pur nondimeno il suocero, i frategli, il parentado, l'obligo del matrimonio e sopratutto il grande amore le portava, gli faceva avere pazienza. Io voglio lasciare ire le grande spese che per contentarla faceva in vestiria di nuove usanze e conteatarla di nuove fogge che continuamente la nostra città, per sua naturale consuetudine, varia: ché fu necessitato, volendo stare in pace con lei, aiutare al suocero maritare l'altre sue figliuole; dove spese grossa somma di danari. Dopo questo, volendo avere bene con quella, gli convenne mandare uno de' frategli in Levante con panni, un altro in Ponente con drappi, all'altro aprire uno battiloro in Firenze. Nelle quali cose dispensò la maggior parte delle sue fortune. Oltre a di questo, ne' tempi de' carnasciali e de' san Giovanni, quando tutta la città per antica consuetudine festeggia e che molti cittadini nobili e ricchi con splendidissimi conviti si onorano, per non essere monna Onesta all'altre donne inferiore, voleva che il suo Roderigo con simili feste tutti gli altri superassi. Le quali cose tutte erano da lui per le sopradette cagioni sopportate; né gli sarebbono, ancora che gravissime, parute gravi a farle, se da questo ne fussi nata la quiete della casa sua, e se gli avessi potuto pacificamente aspettare i tempi della sua rovina. Ma gl'interveniva l'opposito; perché, con le insopportabili spese, la insolente natura di lei infinite incommodità gli arrecava. E non erano in casa sua né servi né serventi che, nonché molto tempo ma brevissimi giorni la potessino sopportare; donde ne nascevano a Roderigo disagi gravissimi per non potere tenere servo fidato che avessi amore alle cose sua; e, non che altri, quegli diavoli, i quali in persona di famigli aveva condotti seco, più tosto elessono di tornarsene in inferno a stare nel fuoco, che vivere nel mondo sotto lo imperio di quella.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]