NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     (Dal Cortigiano)



     UN'ATROCE BURLA

     C
     OME essendo io una notte alloggiato in Paglia, intervenne che nella medesima ostaria ov'ero io, erano ancor tre altri compagni, dui da Pistoia, l'altro da Prato, i quali dopo cena si misero, come spesso si fa, a giocare: così non v'andò molto che uno dei dui Pistolesi, perdendo il resto, restò senza un quattrino, di modo che cominciò a disperarsi, e maledire e biastemare fieramente; e così rinegando, se n'andò a dormire. Gli altri dui avendo alquanto giocato, deliberarono fare una burla a questo che era ito al letto. Onde, sentendo che esso già dormiva, spensero tutti i lumi, e velarono il foco; poi si misero a parlar alto, e far i maggiori romori del mondo, mostrando venire a contenzion del gioco, dicendo uno: - Tu hai tolto la carta di sotto; - l'altro negandolo, con dire: - E tu hai invitato sopra flusso; il gioco vadi a monte; - e cotai cose, con tanto strepito, che colui che dormiva si risvegliò; e sentendo che costoro giocavano e parlavano così come se vedessero le carte, un poco aperse gli occhi, e non vedendo lume alcuno in camera, disse: - E che diavol farete voi tutta notte di gridare? - Poi subito si rimise giù, come per dormire. I dui compagni non gli diedero altrimenti risposta, ma seguitarono L'ordine suo; di modo che costui, meglio risvegliato, cominciò a maravigliarsi, e vedendo certo che ivi non era né foco né splendor alcuno, e che pur costor giocavano e contendevano, disse: - E come potete voi veder le carte senza lume? - Rispose uno delli dui: - Tu dei aver perduto la vista insieme con li denari: non vedi tu, se qui abbiam due candele? - Levossi quello che era in letto su le braccia, e quasi adirato, disse: - O ch'io sono ebriaco o cieco, o voi dite le bugie. - Li due levaronsi, ed andarono al letto tentoni, ridendo, e mostrando di credere che colui si facesse beffe di loro; ed esso pur replicava: - Io dico che non vi veggo. - In ultimo li dui cominciarono a mostrar di maravigliarsi forte, e l'uno disse all'altro: - Oimè, parmi ch'el dica da dovero: dà qua quella candela, e veggiamo se forse gli si fosse inturbidata la vista. Allor quel meschino tenne per fermo d'esser diventato cieco, e piangendo dirottamente disse: - O fratelli miei, io son cieco; - e subito cominciò a chiamare la Nostra Donna di Loreto, e pregarla che gli perdonasse le biasteme e le maledizioni che gli aveva date per aver perduto i denari. I dui compagni pur io confortavano, e dicevano: - E' non è possibile che tu non ci vegghi; egli è una fantasia che tu t'hai posta in capo. - Oimè, replicava l'altro, che questa non è fantasia, né vi veggo io altrimenti che se non avessi mai avuti occhi in testa. - Tu hai pur la vista chiara, - rispondean li dui, e dìceano l'un l'altro: - Guarda come egli apre ben gli occhi! e come gli ha belli! e chi poria creder ch'ei non vedesse? - Il poveretto tuttavia piangea più forte, e domandava misericordia a Dio. In ultimo costoro gli dissero: - Fa' voto d'andare alla nostra Donna di Loreto devotamente scalzo ed ignudo, che questo è il miglior rimedio che si possa avere; e noi frattanto andaremo ad Acqua Pendente e quest'altre terre vicine, per veder di qualche medico, e non ti mancaremo di cosa alcuna possibile. Allora quel meschino subito s'inginocchiò nel letto, e con infinite lacrime ed amarissima penitenzia dello aver biastemato, fece voto solenne d'andare ignudo a Nostra Signora di Loreto, ed offerirgli un paio d'occhi d'argento, e non mangiare carne il mercore, né ova il venere, e digiunar pane ed acqua ogni sabbato ad onore di Nostra Signora, se gli concedeva grazia di ricuperare la vista. I dui compagni, entrati in un'altra camera, accesero un lume, e se ne vennero con le maggior risa del mondo davanti a questo poveretto; il quale, benché fosse libero di così grande affanno, come potete pensare, pur era tanto attonito della passata paura, che non solamente non potea ridere, ma né pur parlare; e li dui compagni non faceano altro che stimularlo, dicendo, che era obligato a pagar tutti questi voti, perché avea ottenuta la grazia domandata.


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