NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


Pagina 554
1-40- 80-120- 160-200- 240-280- 320-360- 400-440- 480-520- 560-600- 640-680- 720-745

[Indice]

     Il signore avria per poco questo creduto, senonché molti frati (i quali male gli voleano), intendendo come frate Lorenzo era stato trovato sopra quella sepoltura, la vollero aprire, ed apertala ed il corpo del morto amante dentro trovandovi, di subito con grandissimo romore al signore che ancora col frate parlava, fecero dire come nella sepoltura de' Cappelletti, sopra la quale il frate la notte era stato colto, giaceva Romeo Montecchi. Questo parve a ciascuno quasi impossibile e somma maraviglia a tutti apportò. Il che udendo frate Lorenzo, e conoscendo non poter più nascondere quello che desiderava di celare, ginocchione dinanzi al signore postosi, disse: Perdonatemi, signor mio, se a voi la bugia di quel che mi richiedeste io dissi; ché ciò non feci per malizia, né per guadagno alcuno, ma per servare la promessa fede a due miseri amanti da me data. E così tutta la passata istoria fu astretto, presenti molti, a raccontare.

     Bartolomeo Dalla Scala, questo udendo, da gran pietà quasi mosso a piangere, volle i morti corpi egli stesso vedere, e con grandissima quantità di popolo al sepolcro se n'andò; e trattone i due amanti nella chiesa di Santo Francesco sopra due tappeti li fece porre. In questo tempo i padri loro nella detta chiesa vennero, e sopra i morti figliuoli piangendo, da doppia pietà vinti (avvegnaché nimici fossero) s'abbracciarono in modo che la lunga nimistà tra essi e tra le loro case stata, e che né prieghi di amici, né minacce del signore, né danni ricevuti, né tempo aveva potuto estinguere, per la misera e pietosa morte di questi amanti ebbe fine. Ed ordinato un bel monimento, sopra il quale la cagione della lor morte scolpita fosse, i due amanti con pompa grandissima e solenne, dal signore, da' lor parenti, e da tutta la città pianti ed accompagnati, seppelliti furono.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]