NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     (Da Le piacevoli notti: notte tredicesima, favola XI)



     PIETRO ARETINO

     FINSE ELLA UN SOGNO

     NANNA - ANTONIA

     N
     an. - Un vecchio riccone, miserono, asinone, aveva una moglie di dicisette anni, sostenuta da una sua la più forbita vitetta che mi paia ancor aver veduto, con una grazia sì graziosa che ciò ch'ella diceva, e ciò ch'ella faceva, tutto era pieno di dolcezza, ed avea alcuni suoi gesti signorili, alcuni suoi modi altieri, alcuni suoi atti vezzosi da spasimare. Dàlle in mano il liuto, pareva maestra del suono; dàlle in mano il libro, simigliava una poetessa; dàlle in mano la spada, aresti giurato che ella fosse una Capitana; vedila ballare, una cervietta; odila cantare, una angeletta; mirala giocare, non ti potrei dire; e con certi suoi occhietti ardenti, pieni di un non so che, ogniuno cavava del sentimento; e mangiando pareva che indorasse il cibo, e bevendo, che desse sapore al vino: acuta ne' motti, liberale, e con tanta maestà parlava in sul savio che le Duchesse, al paragone, sarieno parse pisciotte, e si ornava di alcune vesti a foggie trovate da lei, molto guardate, mostrandosi talora con la cuffia, talora in capegli mezzi raccolti e mezzi intrecciati, con un crinetto, che impacciandole un occhio, gliene faceva chiudere, Dio, con uno uccidere gli uomini di amore, e le donne di aschio; e con la sua maniera nativa sapeva pur troppo astutamente farsi schiavi gli amanti, perduti nel tremolare del suo seno, sul quale la natura aveva spruzzate stille di rose vermiglie. Ella stendeva spesso la mano quasi volesse trovarvi menda, e fatto riscontrare il lume de sui anelli con quello de suoi occhi, abbagliava la vista di chi più intentamente le vagheggiava la mano, che ella artificiosamente si vagheggiava. A pena toccava terra, quando camminava, ballando sempre con gli occhi; ed a l'acqua santa, che le si spargeva in testa, si inchinava con una riverenza che parea che dicesse: così si fanno in paradiso. E con tutte queste sue bellezze, e con tutte queste sue virtù, e con tutte queste sue grazie, non poté far sì che il suo padre (bue) non la maritasse ad uno di sessanta anni, secondo che egli (che non voleva che se gli dicesse vecchio) confessava. Questo suo marito si chiamava il Conte, per non so che bicocca, con le mura smerlate, con duo forni, che egli avea, e per virtù di certi suoi scartabelli di carta, pecora piombati, secondo che diceva, datigli da lo Imperadore; potendo dare il campo a questi civettini che hanno piacere di farsi forar la pelle, quasi ogni mese ivi si combatteva, parendogli esser la potta da Modona, per vedersi sberettare da gli sfaccendati che venivano a vedere pazzeggiare questo e quello; e il dì degli abattimenti, si mostrava in pontificale, con una giornea sparsa di tremolanti dorati, di velluto pavonazzo alto e basso, non ispelata, perché cotali velluti non si spelano mai, e con una beretta a tagliere, con una cappa di rosato foderata di verde, con la scapperuccia di broccato di argento, simile a quella che solevano usare gli scolari a certi loro mantelli, con uno stocco allato aguzzo aguzzo, col pomo d'ottone, in una guaina antica. E dato due giravolte per lo steccato a piedi, con venti discalzi dietro, con balestre e con arme da birri, parte suoi servidori e parte accattati nel suo stato, montava sopra una cavallessa piena di semola, che cento mila paia di sproni, non che uno, non gli averiano fatto spiccare un salto: e tutto si rincriecava udendo andare il bando da sua parte; ed in tal dì teneva sotto la chiave la moglie, che sempre ne gli altri tempi 'il cane de l'ortolano a la chiesa, e per le feste, e per tutto le fiutava la coda. Nel letto poi le contava le valentaria che fece quando fu soldato, e nel raccontarle una battaglia dove fu prigione, fino al tuff taff delle bombarde le faceva con bocca, scagliandosi come un pazzo per lo letto. La poverina, che avea voglia di giostrarsi con le lancie de la notte, si disperava; e qualche volta per dispetto lo faceva porre in terra, carpone, ed accomodatogli una cinta in bocca, a modo di un freno, salitagli adosso, menando i calcagni, gli faceva fare come faceva lui al suo cavallo. Ora standosi costei in sì maninconica vit a, pensò una malizia galante galante.


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