NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Fazio veggendolo cadere, meraviglioso e pauroso fuor di modo, si mise a sfibbiargli lo stomaco e a sollevare e a chiamar Guglielmo, pensando essergli venuto qualche sfinimento; ma nollo sentendo muovere né battergli polso, e trovatogli poi la ferita nel petto, e di quella, per la malignità, non uscito quasi sangue, ebbe per certo che egli fusse, come egli era veramente, morto; talché sbigottito corse incontanente all'uscio per chiamar la vicinanza ritrovandosi per sorte in casa solo; perciocché la moglie con due suoi figliolini maschi di cinque anni o in circa, nati a un corpo, era a casa suo padre andata, che stava per morire. Ma poi, sentendo fortemente piovere e tonare, e non veggendosi per le strade un testimonio per medicina, dubitando di non essere udito, si restò; e mutato in un tratto proposito, serrò l'uscio, e tornossene in casa, e la prima cosa aperse, la scarsella di colui, per vedere come v'erano, dentro danari; e trovovvi quattro lire di moneta, e tra molto ciarpame di pochissimo valore, un gran mazzo di chiavi, le quali si avvisò dovere aprire l'uscio da via, e dipoi tutte le stanze, le casse e i forzieri di casa Guglielmo; il quale, secondo la pubblica fama, pensava essere ricchissimo, e sopra tutto di danari secchi, e quegli avere appresso di sé. Laonde, sopra ciò discorrendo e pensando, gli venne nella mente, come colui che astuto e sagacissimo era, di fare un bellissimo colpo alla vita sua, e seco stesso disse: - Deh! perché non vo io con queste chiavi or ora a casa costui, dove son certo che non è persona nata? Chi mi vieterà dunque che io non prenda tutti i suoi danari, e chetamente gli arrechi qui in casa mia? Egli, per mia buona sorte, piove, anzi rovina il cielo, la qual cosa fa che niuno (oltreché gli è già valicata mezza notte) vadia attorno, anzi ognuno si sta rinchiuso al coperto, e dorme nelle più riposte stanze della casa. Io sono in questa casa solo, e colui che ha ferito Guglielmo, dovette, dato che egli ebbe, fuggir via e nascondersi, e di ragione nollo arà veduto entrare qua entro: e se io so tacere, e di questo fatto non ragionar mai con uomo vivente, chi potrà mai pensare che Guglielmo Grimaldi sia capitato qua ferito, e in questa guisa morto? Domenedio ce l'ha mandato per mio bene; e chi sa anche, se dicendo io di questa cosa la stessa verità, mi fusse creduto? Forse si penserà che io l'abbia morto per rubarlo, e poscia mi sia mancato l'animo. Chi mi sicura che io non sia preso e posto al martòro? e come potrò giustificarmi? E questi ministri della Giustizia sono rigidissimi, intantoché io potrei toccarne qualche strappatella di fune, e forse peggio ancora. Che farò dunque? in fine è meglio risolversi a tentar la fortuna, la quale si dice che aiuta gli audaci, e vedere se io potessi una volta uscire di affanni.


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