Opere di letteratura italiana e straniera |
E questo detto, tolto un buon feltro addosso e un gran cappello in capo, le chiavi in seno e una lanterna in mano, piovendo, tonando e balenando sempre, si mise in via; e in poco d'ora arrivò alla casa di Guglielmo, non troppo indi lontana, e con due di quelle chiavi, le maggiori, aperse l'uscio, et il primo volo fèce in camera; la quale aperta, se ne andò alla volta di un cassone grandissimo, e tante chiavi provò, che egli lo aperse; e dentro vi vide due forzieri, i quali con gran fatica aperti, l'uno trovò pieno di dorerie, come amelia, catene, maniglie, e gioie e perle di grandissima valuta: nell'altro erano quattro sacchetti pieni di ducati d'oro traboccanti, sopra ognuno dei quali era scritto una polizza, e cucita, che diceva Tre mila scudi d'oro ben conti. Onde Fazio, allegro e volonteroso, prese solo quel forzieretto, temendo forse che le dorerie e le gioie non gli fossero state a qualche tempo riconosciute, lasciando stare ogni altra cosa rassettata al luogo suo: e riserrato e racconcio il tutto come trovato aveva, se ne uscì di casa colle chiavi a cintola, e con quel forziero in capo, e tornossene alla sua abitazione, senza essere stato veduto da persona; la qual cosa gli succedette agevolmente rispetto al tempo, che di quell'anno non era ancora stato il peggiore, piovendo tuttavia quanto dal cielo ne poteva venire, con baleni e con grandissimi tuoni.
Fazio, la prima cosa, poi che fu al sicuro in casa sua mise il forziero in camera, e mutossi tutto; e perché.egli era aitante e gagliardo della persona, prese subito di peso colui morto, e andossene con esso nella volta; e con strumenti a ciò, in un canto di quella cavò, e fece una fossa quattro braccia a dentro, e tre lunga, e due larga, e Guglielmo, così come egli era vestito, e colle chiavi insieme, vi pose dentro e ricoperse colla terra medesima; la quale rappianò e rassodò molto bene, e vi mise sopra certi calcinacci che eran là in un canto, in guisa tale che quel luogo non pareva mai stato tocco. E poscia tornato in camera, e aperto il forziero, e sopra un desco rovesciato uno di quelli sacchetti, si accertò quegli essere tutti quanti fiorini d'oro, e gli abbagliarono mezza la vista: e così gli altri sacchetti guardati e pesati, trovò che gli erano, come diceva la scritta, tre mila per sacchetto; onde, pieno d'allegrezza e di gioia, rilegatigli molto bene, gli pose 'n uno armadio d'un suo scrittojo, e serrògli; et il forziero mise in sul fuoco, e prima che se ne partisse, vide ridotto in cenere; e lasciato i fornegli, il piombo e le bocce a bandiera, se ne andò a dormire, che appunto era restato di piovere, e cominciatosi a far giorno; e per ristoro della passata notte, dormì per infino a vespro. Di poi, levatosi, se ne andò in piazza e in Banchi, per udire se nulla si dicesse di Guglielmo nei luoghi per le faccende ordinati; del quale non sentì ragionare né quel giorno né il secondo. il terzo poi, non comparendo Guglielmo nei luoghi per le faccende ordinati, si cominciò a mormorare tra la gente, e a dubitare, veggendosi serrati della sua casa gli usci e le finestre, che qualche male non gli fusse intervenuto. Quegli amici suoi, coi quali cenato ultimamente aveva, ne davano, per insino che da loro si partì, vera relazione: da indi in là non si sapeva, né quel che fatto avesse, né dove stato si fosse. Per la qual cosa la Corte, non si riveggendo Guglielmo, dubitando che non fusse in casa morto, fece dai suoi ministri aprire per forza l'uscio, et entrar dentro; dove, eccetto che Guglielmo, ogni cosa trovarono ordinatamente al luogo suo; di che meravigliatisi, in presenza di testimoni, tutti gli usci, le casse e i forzieri, non si trovando alcuna chiave, collo aiuto dei magnani aperti furono, e tutte le robe scritte, dalla cassetta delle dorerie in fuori et i libri, che furono portati alla Corte e posti a buona guardia: e così rimase la casa. E prestamente andarono bandi severissimi per averne notizia, promettendo premio grandissimo a chi lo notificasse o morto o vivo; ma ogni cosa fu invano, ché per un tempo non se ne seppe mai niente; di maniera che in capo a tre mesi, non sendo quivi chi lo redasse, e avendo allora i Genovesi inimicizia e guerra grandissima coi Pisani, per lo che non vi sarebbero venuti i parenti, la Corte si ingomberò tutte le sustanze state di Guglielmo, faccendosi gran meraviglia pur ognuno che non si fusse trovato danari. E alcuni si pensavano che egli si fusse andato con Dio con essi; e altri, che gli avesse sotterrati o nascosti in qualche luogo strano; e molti, che la Corte non gli avesse voluti appalesare. |