Risultanze de' miei intertenimenti col Comitato, e con alcuni de' più influenti popolani:
1°) essere tutti bene animati, e sembrare veramente buoni e ardenti;
2°) poca fiducia in Mazzini: dicevasi, aversi da alcuni per un agente austriaco; non comparire mai sul luogo del pericolo; data promessa che il 20 agosto un commissario di lui sarebbe stato in Milano con danari pel moto, che doveva farsi contemporaneamente a quei della Svizzera, ed essere mancato; avere eglino speso un 200 franchi, rotti i telegrafi, e dati sospetti e allarme al governo, senza un vantaggio qualunque, ecc.;
3°) non essere eglino in contatto con alcuno della classe culta della società, o dei proprietarî e ricchi Milanesi;
4°) essermi per conseguente stato impossibile di trattare coi così detti dissenzienti, dei quali dovevano essi darmi l'indirizzo, giacché questi appartenevano ad una classe più elevata;
5°) a lor detto, sommare gli uomini, che dicevansi presti ad un moto, a cinque o seicento.
In seguito di che scrissi un rapporto alla signora Matilde Herder, nome fittizio della signora E...tte..., che fu spedito a Mazzini. Gli esponeva le cose più necessarie a sapersi, dicendogli che quei giovani avrebbero preparato il movimento pel dicembre: non gli taceva, che v'era scoraggiamento, e che dal lato suo avrebbe dovuto tenere le promesse, e nel dì dell'azione trovarsi assolutamente in Milano. Pel quale oggetto gli significava qual modo fosse a tenersi per entrare in Lombardia.
Il Comitato dal suo lato accettò tutte le condizioni esposte nelle istruzioni, e mi lesse la risposta che inviava a Mazzini; quanto al danaro pei preparativi, chiedevansi 6.000 franchi, somma ben limitata.
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