Ma come suppor ciò dopo d'averlo descritto nel vero suo aspetto e di averlo riconosciuto composto di quei sommi personaggi ed a quella forma ridotto, ch'io v'ho indicata nella mia lettera 26.? Sono forse i Papi, i Cardinali e tanti Prelati insigni, che circondano il trono Apostolico, ed hanno parte anch'essi nella Congregazione e consulta del tribunale supremo, tinti di simil pece? Ma qual riparo in tanta depravazione di massima e costume ritroverà egli poi ai disordini de' Regolari, se vacillano quelli stessi che procura di sostituire per rimediarvi? Sono forse quelli così ignoranti che non sappiano, o così trascurati almeno e distratti che non vogliano impedirli? Il credereste, amico! quest'è appunto il ripiego al quale si appiglia il commentatore per isfogare con qualche pretesto meno irragionevole il suo livore contro quei pochi Regolari, a' quali è affidato quest'affare che più d'ogni altro interessa la S. Sede. Sono i Regolari per lui così trasportati da spirito di partito e dall'uniforme loro educazione così disposti a calpestare quanto v'ha di più sagro in Cielo e in terra, che nulla più resta a sperare alla S. Sede da loro in quest'impiego di utile e di decoroso. Sono gli altri così inetti e spensierati nel porgere in questa parte qualche soccorso alla desolata Sionne, che di tutt'altro si occupano, che della sua assistenza e difesa, e vili pedissequi del Commissario e di pochi astuti Regolari si trovano nella fatale necessità di secondare ogni loro capriccio, e di lasciarsi trasportare dovunque li spinge o la passione o il partito.
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