Che niuno de' Regolari riceva nella sua ordinazione l'attuale giurisdizione che li abiliti a funzioni di esteriore regime e governo? ma questo ancora è proprio dell'uno e dell'altro clero, che sono egualmente ordinati, e non può non essere che indegna cosa e ridicola il pretendere, che i Regolari divengano inetti ai sagri impieghi solo perchè professano una vita più mortificata e soggetta. Che niuno finalmente de' Regolari a differenza de' Preti secolari la possa esercitare neppur quando venga a lui comunicata da legittima podestà? ma quest'è quel sistema che oltre le trionfanti ragioni, che hanno addotte per confutarlo negli aurei loro opuscoli S. Tommaso e S. Bonaventura, ha meritato dal primo in Guglielmo di S. Amore l'obbrobriosa taccia di zelo audacissimo acceso da indegna avversione piuttosto che da stimolo di lodevole carità, ed è meritevole di que' rimproveri che si leggono nel Decreto di Graziano compresi ne' seguenti termini: Sunt nonnulli nullo dogmate fulti, audacissimo quidem zelo magis amatitudinis quam charitatis inflammati, asserentes, Monachos, qui mundo mortui sunt, & Deo vivunt, sacerdotalis officii [344] potentia indignos(784). Restino pure i Regolari tra i limiti della loro umile e disagiata fortuna, e godano i Preti gli splendori e i comodi delle loro dignità e Beneficj, e come porta il principio troppo noto e comune, saecularia Saecularibus, regularia Regularibus tribuantur(785): ma per questo appunto devono essere i Regolari all'Inquisizioni trascelti, perchè tale è la consuetudine ed è impiego che suol'essere conferito ai Regolari, e perchè giova la loro condizione al più pacifico e pronto esercizio di una tal carica.
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