Pagina (34/500)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se la cosa è vera, noi dovremmo da ciò trarre argomento per affrettarci a raccogliere quanto di tradizioni ci sarà possibile affine di serbarle a durevole monumento. Le tradizioni ci vennero fedelmente lasciate dai padri nostri, e com'essi a noi, così noi dovremo tramandarle ai figli nostri. Chi si pensa che le si debbano sbandire perchè perpetuatrici di pregiudizi, non si appone al vero. Errore, disse Seneca, è il creder tutto, errore egualmente il non creder nulla. Questi che comunemente si dicono pregiudizi rappresentano fenomeni fisici e naturali, resti di storia sformata e intieri miti e parte di miti dalla immaginazione dei volghi alterati; e il pregiudizio, l'errore del popolo, quando esiste, è anch' esso documento per lo storico non meno che pel psicologista.
      II.
     
      I primi nomi che vengono sott'occhio scorrendo i raffronti di una raccolta di novelle popolari sono quelli di due italiani: Giovan Francesco Straparola di Caravaggio e Giambattista Basile di Napoli, i quali scrissero l'uno le Piacevoli Notti39, l'altro il Pentamerone. Le Piacevoli Notti, che pur corrono sotto il titolo di Tredici piacevoli40 ed anche piacevolissime Notti41, furono un libro molto fortunato, che in mezzo secolo, dal 1550, in cui ne comparve la 1a parte, al 1599, si ristampò ben diciotto volte, cercato sempre e sempre avidamente letto42. Contiene sessantacinque tra fiabe e piacevolezze, raccontate in tredici notti da dodici donne e da due giovani, alla maniera del Decamerone, modello a cui si informarono molti de' novellieri che vennero dopo il Boccaccio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





Seneca Giovan Francesco Straparola Caravaggio Giambattista Basile Napoli Piacevoli Notti Pentamerone Piacevoli Notti Tredici Notti Decamerone Boccaccio