Kirman, a sud-est della Persia, nelle regioni dell'interno, è l'ultima stazione fino a cui giungano le lettere e i dispacci dell'Europa:[397] il viaggiatore, che s'avventura più in là, d'oasi in oasi, non ritroverà comunicazioni col mondo civile, se non discendendo verso il litorale del Balutscistan o guadagnando ad est la valle dell'Indo. Quasi tutta la popolazione si compone di Balutsci nomadi, che si spingono innanzi mandre di cammelli, capre e pecore; le loro città e le loro fortezze sono semplici luoghi di rifugio contro i ladroni. Tuttavia non mancano terreni fertili nelle valli che Marco Polo trovò coperte di città, villaggi e case di villeggiatura; anzi alcuni pendii delle montagne presentano lo spettacolo di vaste foreste, assai rare nella Persia orientale. Uno dei siti più attraenti è la campagna che circonda la moschea di Mahan o Mahun, posta 26 chilometri a sud-est di Kirman: il bell'edifizio decorato di maioliche smaltate, sulle quali tremola l'ombra di platani centenarî, sopra le ossa di Nimet ullah, il "Nostradamus della Persia". Rayin o Rayum, situata più a sud-est, fra il monte Giupa ed il Giamal Baris, è un enorme villaggio di case sparse in mezzo alle vigne ed ai noci; un circolo di pioppi circonda ogni giardino; in questo spazioso villaggio non si vede una rovina, quadro quasi inevitabile in ogni agglomerazione urbana della Persia. Alla metà del secolo, tutti gli abitanti di Rayum vivevano in un vasto forte, perfettamente conservato, che corona un'altura vicina [398].
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