Nell'insieme questo esercito, differente per l'origine del popolo, che è incaricato di tener soggetto, è anche troppo disposto a trattare gli abitanti da vinti e spesso s'è pagato gli arretrati delle paghe saccheggiando un distretto. Fino al 1875 i soldati appartenevano al re per tutta la vita e non ritornavano a casa se non per congedi temporanei; attualmente, se si badasse ai documenti ufficiali, il servizio sarebbe ridotto a dodici anni ed il reclutamento si farebbe per estrazione a sorte, con facoltà di sostituzione; ma queste riforme esistono soltanto sulla carta. In realtà si conserva l'antico sistema: l'uomo che viene arruolato, è quello che paga meno il suo riscatto [461]. L'esercito regolare o nizam, nel quale entrarono un tempo molti disertori russi, è equipaggiato e disciplinato all'europea, sotto la direzione d'istruttori stranieri; dal principio del secolo, ufficiali francesi, inglesi, austriaci, hanno lavorato per l'organizzazione delle truppe, la costruzione delle fortezze e l'approvvigionamento degli arsenali; oggi sono principalmente russi ed austro-ungheresi quelli che sono incaricati dell'insegnamento militare; salvo alcuni squadroni di cavalleria vestiti da cosacchi, i soldati hanno l'uniforme austriaca. Secondo gli stati ufficiali, l'esercito comprenderebbe 77 battaglioni di fanteria da 800 uomini, 79 reggimenti di cavalleria, 20 reggimenti di artiglieria, un battaglione di pionieri. L'insieme dell'esercito passerebbe i 100,000 uomini, con 200 cannoni, ma in media non giunge alla metà di questo effettivo; circa 10,000 uomini formano un corpo speciale, incaricato della gendarmeria e della polizia.
| |
|