A sud delle montagne di Smirne, la valle del Caistro o "Piccolo Meandro", che termina colle paludi d'Efeso, è la regione di piccola estensione, che gli antichi indicarono specialmente col nome d'Asia, una delle regioni più popolose e più commerciali dell'Anatolia; centinaia di villaggi e tre città importanti, la cui popolazione è ancora turca nella maggioranza, Oedemis, Thyra o Tireh, Baindir, spediscono a Smirne le derrate dei dintorni, uve, olivi, fichi, cereali. Thyra, allacciata alla rete delle ferrovie smirniote, è una delle più belle agglomerazioni urbane dell'Asia Minore; divisa in numerosi quartieri, che sono separati da burroni selvaggi, essa è più un gruppo di città che una città unica; da tutte le parti i minareti sorgono sopra le masse verdeggianti. Ad ovest di Thyra si trova il vasto sciftlik di Masciat, di cui il sultano aveva fatto un dono a Lamartine, ma che il poeta non mise punto a coltura.
La città d'Efeso, che domina lo sbocco della valle del Caistro, non esiste più, e nella pianura, dove si vedono gli avanzi de' suoi monumenti, i soli abitanti sono quelli del povero villaggio di Aya suluk, cui sovrastano le arcate d'un acquedotto romano, sul quale si appollaiano le cicogne; col pericolo della loro vita i viaggiatori s'avventurano d'estate nella regione paludosa, dove sorgevano in altri tempi alcuni dei più belli edifizî. Composta d'almeno tre città originariamente distinte, Efeso si distendeva sopra uno spazio notevole; ad ovest, presso il mare, essa copriva i fianchi dirupati del monte Coresso; una montagna isolata, il Pion (Prion), con un secondo quartiere, era egualmente compresa nella cinta, e più lontano ad est, un'altra roccia era coronata di costruzioni elleniche, alle quali è succeduto un castello turco, residenza dei sultani d'Aya suluk.
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