La cattedrale, imponente e non compiuta, del secolo XV, chiude l'Arca di Sant'Agostino, uno dei più cospicui monumenti di scoltura dei primordi del Risorgimento. Assai più antiche sono le chiese di San Gervaso e San Teodoro, più volte distrutte e ricostruite sulle rovine, forse, di templi pagani. Il castello fu costruito da Galeazzo II e per quanto guastato dalle bellicose vicende dei tempi, è uno dei più insigni monumenti del secolo XIV, dove ebbero alloggio imperatori e papi, letterati e condottieri. L'università, il palazzo del Comune o Mezzabarba, i palazzi Botta, Malaspina ed altri sono pur notevoli, ed interessano del pari lo storico e l'artista, come i palazzi dei collegi Borromeo e Ghislieri, dove per magistero di pie fondazioni s'accoglie la studiosa gioventù. Insigne monumento dell'età dei Comuni (1353) è il ponte coperto sul Ticino, a sette piloni e sei arcate, in legno, lungo 216 metri, e così robusto che nessuna piena del fiume lo danneggiò mai. L'università di Pavia venne fondata o piuttosto ampliata nel secolo XIV, quando Carlo IV consentì alla erezione di uno studio generale "utriusque juris nec non philosophiae, medicinae et artium liberalium", e vi insegnarono uomini illustri pressochè innumerevoli, Lorenzo Valla, Nicolò Scillaccio, Gerolamo Cardano, Andrea Alciato, Gaspare Oselli, Giovanni Rasori, Antonio Scarpa, Lorenzo Spallanzani, Alessandro Volta, Giandomenico Romagnosi, Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Bartolomeo Panizza, Luigi Porta.
Pavia, che anche Papa Leone XIII chiamò decus Insubria, docta Papia, è città tranquilla e melanconica per l'aria grossa, spesso nebbiosa e per i dintorni monotoni e umidicci.
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