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      Il segretario non rispose nulla, e soltanto chiesto al Suardi se voleva mandare a prendere le sue robe, se aveva affari lasciati in tronco in Venezia che volesse adempire; e sentito il suo desiderio, provvide a che fosse esaudito. Così in quello stesso giorno venne sotto buona scorta mandato a Milano.
      Il Galantino, lo abbiamo già detto, aveva una tal tempra adamantina di corpo, che per il rapporto necessario che è tra materia e spirito, gli rendeva l'animo saldissimo e imperterrito, anche nel più fiero conflitto di quelle circostanze che avrebbero bastato ad abbattere qualunque altro. Avea pure, abbiam detto anche questo, una tal prontezza di veduta, da fargli pigliare di volo la misura esatta delle cose; ne sia prova il non esser fuggito innanzi alle cappe della Repubblica.
      Sebbene dunque quell'arresto impreveduto lo avesse a tutta prima sconcertato, come avviene di un uomo robusto colto all'impensata da un colpo violento, tuttavia si riebbe dopo la prima scossa, e si bilanciò per non perdere l'abituale saldezza.
      - Chi ne fa una ne fa due, pensava intanto fra sè nel fare il viaggio. E chi non ci mise nè pepe nè sale a tradire il marito, doveva ben tradire un lacchè. Ma va pur là, contessa... Se il diavolo mi toglie da questa trappola... voglio bene che ci rivediamo, e... allora tu sentirai cosa fa il Galantino quando pensa a vendicarsi. Prima però bisognerà scappar dalla trappola... questo lo capisco anch'io. In quanto a me, mi aiuterò... ma sarà sempre bene che gli altri non faccian l'asino.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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