Non già che con ciò apertamente rinunciasse al partito ghibellino; ma solo sforzavasi colle sue pratiche d'assodare presso le due opposte fazioni il suo potere, e farsi strada alla tirannide.
Dal canto suo Giovanni di Gallura era tornato a Pisa quando questa città si riconciliò colla Chiesa, ma vi aveva portati i costumi e le abitudini di un capo d'una semibarbara tribù della Sardegna. Era sempre circondato di soldati e di clienti, e perchè non era stato a costoro permesso di vivere entro le mura della città, egli gli aveva sparsi ne' castelli di confine, e specialmente a Calci, ove un'antica disputa tra i borghesi faceva accogliere da un partito queste bande indisciplinate.
I migliori cittadini di Pisa, e più di tutti gli antichi capi del partito ghibellino, i Gualandi, Sismondi e Lanfranchi, erano egualmente inquieti e della rivalità del conte Ugolino col giudice di Gallura, come della loro alleanza. Per altro non volendo rompere la pace di Toscana, o dar motivi di scontento al re Carlo ed ai Fiorentini, credettero che la repubblica dovesse mostrarsi assolutamente imparziale ne' suoi giudicj, ed allontanare ad un tempo que' turbolenti cittadini che sprezzavano le leggi, qualunque fosse il partito cui erano addetti. Il 24 giugno 1274 il giudice di Gallura fu esiliato co' suoi principali compagni d'armi, ed il conte Ugolino fu tenuto prigione nel palazzo del popolo362. Il primo andò a dirittura a Firenze, e fingendo che i Pisani non lo perseguitassero che in odio del partito guelfo, ottenne d'essere accettato nell'alleanza de' Guelfi toscani.
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