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      Noi non peccammo per noi, ma per consentimento406; e per questo non siamo dove noi fumo creati, anzi siamo cacciati di fuori con quelli che peccarono gravemente. E perchè noi non abbiamo quel grave peccato che hanno gli altri, Iddio nostro signore lo quale è giusto e veracie, per la sua misericordia e per la sua giustizia e vendetta, sì ci ha lasciati in questo luogo, per insino alla sua volontà. Ben è vero, che noi non sostegnamo niuna pena, e per la possanza di Dio noi possiamo vedere l'uomo407. E ancora ci ha Iddio partiti dalla compagnia di quegli e' quali non si vollono mai rendere in colpa, anzi stanno fermi nella loro malizia. E noi andiamo raminghi di qua e di là per diverse parti dell'aria, sotto lo fermamento della terra, sì come fanno gli altri spiriti408; ma noi pegli santi dì solenni, ricieviamo tal corpo come tu vedi, e stiamo qua e là, come piace a Dio nostro signore. Sappiate che gli è passato uno anno, che voi siete in questo viaggio, e sette anni starete inanzi che voi torniate a casa vostra. E ogni anno voi dovete fare qua la Pascua. E in capo di sette anni, voi tornerete409 a luogo che voi andate cercando, e avetevi posto in cuore di vedere le terre di promissione de' santi. E quando ebbe così detto, elli si partì d'in su la nave, e tornò al suo luogo cogli altri. E quando fu a ora di vespro, tutti quelli uccelli di quello albero cominciano a cantare ad una bocie, e battevano l'alie, e dicevano el suo canto dolcemente: Te decet ymnus Deus in Syon, et tibi reddetur votum in Jerusalem.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





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