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      I' mi detti a cercare questa isola sette dì, e quando venni al settimo dì, io venni in su questa cima del monte, e trovai questa pietra così come ella è. E veggiendo queste due spilonche, e questa bella fontana, sì volli entrare in quella di verso el levante, e qui sono stato infino al dì d'oggi. E 'l primo dì, . . . . . . . dentroci insino a nona, . . . . . . . . 425; e guardandomi d'intorno, io viddi venire una navicella piccola, molto correndo, la qual mai non si ritenne, insino ch'ella giunse alla riva, e alla riva stette ferma e persona niuna non v'era dentro; ma pareva che vi fosse dentro una bestia. Onde io veggiendo questo, andai giù alla riva, e trovai uno pescie molto grande e aveva quattro piedi, e aveva in bocca una pietra focaia e uno fucile da battere el fuoco, et esca da impigliare il fuoco, e dinanzi a se aveva uno fascio di legne secche. E veggiendo questo, cominciai a pensare: che può essere questo? E stando in questo pensiero, lo pesce uscì fuori della nave, e andava su per lo monte. E quando e' fu dinanzi alla spilonca, e' mette le cose in terra, e fatto ciò, egli cadde in terra morto. Io pensai bene, che Iddio m'aveva mandate queste cose, e parevagli ch'io dovessi fare fuoco, e dovessi cuocere di questo pesce e mangiare a mia volontà; onde io trassi del fuoco, e accesilo colle legne; e tolsi un pezzo di quello pescie, e arostìlo e poi ne mangiai, e seppemi buono. E dietro pasto, io bevvi dell'acqua, ma non di quella della fontana, e così digiunai quel dì. E l'altro dì a nona, io mangiai lo secondo pezzo, e l'altro terzo pezzo mangiai lo terzo dì. El quarto dì, a ora di nona, io viddi ancora venire, correndo per mare, quella medesima navicella ch'era venuta l'altra volta, ed eravi dentro cotale fornimento come quello di prima.


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Antiche leggende e tradizioni che illustrano la Divina Commedia
di Pasquale Villari
1865 pagine 287

   





Iddio