E perciò io ho scritto a lunghi intervalli questi Ricordi, ed ora li pubblico dopo tanti mesi da che egli è morto, abbandonandoli alla spregiudicata benevolenza di chi vorrà leggerli. Forse qualcuno, nello scorrere una vita ripiena di tante e così rare e difficili virtù, crederà molta parte aver presa nel racconto di essa il cuore, ed aver reso troppo benigno il giudizio del narratore l'affetto profondo che lo legava al defunto. Nulla di men vero; le virtù di Bernardo Savini furono anzi maggiori di quelle che io narro. Coloro che il conobbero ne faranno testimonio a loro stessi; quei che il conobbero sieno sicuri che in un argomento così solenne per me, io non potevo che seguire la verità. A me basta il testimonio della mia coscienza che mai, nel raccontar questa vita, io mi sia allontanato da quell'amore ardente della verità, che è stato il primo e spero sia l'ultimo amore della mia vita.
Teramo, novembre 1885 (1).
I
Nacque Bernardo in Teramo il 14 settembre dell'anno 1812 da Sigismondo Savini e da Barbara Palma. Il primo, negoziante arricchito nel commercio, aveva sortito dalla natura una mirabile eguaglianza di temperamento ed una grande rettitudine di giudizio, che unite al desiderio di sempre migliorar sé stesso ed allo studio degli uomini e dei fatti più che dei libri, lo resero virtuoso fin dalla primissima gioventù, anzi adolescenza, e gli diedero una qualità più certo unica che rara, cioè l'amore del lavoro e dell'industria con che accrebbe le sue ricchezze, ed insieme un meraviglioso distacco da queste stesse ricchezze, sì da poterne soffrire la perdita quasi senza rammarico. La moglie sua, Barbara, era sorella di quei due Nicola e Pancrazio Palma, che avranno stima e fama finché dureranno fra noi l'amore e lo studio della patria istoria e della patria agricoltura. Ella stessa, dotata d'ingegno maggiore del femminile, si compiaceva più che dei lavori donneschi, dello studio dei libri, e giovanetta aveva imparato dal fratello Nicola la storia e la lingua francese; notizia in quel tempo ed in queste regioni, di pochissimi uomini, e, dico senza esitazione, di nessuna donna.
(1)
Ricordi della vita di Bernardo Savini scritti dal suo nipote Giuseppe
Savini, Firenze, Tipografia di G. Barbera, 1885
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