Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Ambedue i genitori di Bernardo si univano poi in un amore vivissimo pel prossimo sofferente e misero; e fu per tutti i quarantatré anni che durò il loro matrimonio, gara nobilissima fra i due coniugi la carità nella espressione più pura e sublime di questa regina delle virtù; ché se la moglie andava quasi quotidianamente nei più poveri tugurii soccorrendo le miserie occulte, oltre quelle pubbliche che sollevava nella propria casa, il marito più volte rivestì con le sue mani poveri ignudi; e per quanto si nascondesse, pure fu visto, non di rado, lavare vecchi poveri e schifosi e baciare le loro piaghe e prendere i loro insetti.
     Bernardo dunque nascendo trovò in casa e nei suoi genitori l'esercizio delle più grandi virtù, quali a dire, la carità, il lavoro, la saggezza, la moralità, il disinteresse, l'amore di Dio e del prossimo. Quest'esercizio fatto con la più grande semplicità e senza nessun apparato fu la migliore scuola di Bernardo, perché scuola d' esempio.
     A questa scuola ben presto se ne aggiunse un'altra e di non minore efficacia, la scuola cioè del dolore. Alla quale Bernardo fu iniziato fin dai primissimi anni suoi, giacché alla sola età di due anni in lui apparve quel vizio scrofoloso, che dopo settant'anni fu quello che lo spense. Questo vizio, manifestandosi in varie guise, lo fe' soffrire assai ed a lungo: ma era la meraviglia dei suoi stessi fratellini il vederlo soffrire con tanta fortezza, disinvoltura, e, direi quasi, con allegrezza. Pure avendo tutto il volto impiagato non tralasciava di studiare e di andare a scuola, e portato com'era fin dalla prima infanzia alle arti meccaniche, si seppe costrurre da sé stesso un ingegno con cui lavare ed astergere le sue piaghe, facendo ciò sempre in mezzo a scherzi ed a risa, che non erano già effetto di quel cinismo che può rendere l'uomo schernitore dei suoi stessi dolori, ma pratica di quei precetti datigli dagli ottimi suoi genitori, che al mondo si nasce per soffrire. Questa verità, che è così dolorosa e spaventosa alla natura umana, questa verità che ispira tante ribellioni e tanti sdegni contro quel che chiamano Fato, e che è invece Dio in persona, ma che per opporsi di sdegni e di bestemmie non cessa di essere una delle verità più vere della nostra vita, questa verità può essere ed è feconda di grandi beni, può anzi rinnovellare la tendenza umana alla felicità, può anzi rifare l'uomo istesso. Esso ci forma il carattere, e ci rende tetragoni contro il dolore, costituisco questo dolore la migliore guida e scuola della nostra vita, ci rende più forti dello stesso dolore, e questo dolore che pare sia fatto per abbatterci ce lo fa vincere e destinare a renderci migliori e più forti, ed infine ci distacca dalla vita effimera terrena e ci fa scorgere la vera vita che è la futura.