Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Comunque sia, Bernardo stato non più di un anno in Aquila, e paro senza che gli succedesse cosa da notarsi, partì l'anno seguente per Napoli, colla ferma intenzione di studiare l'avvocatura, laurearvisi, o poi esercitarla. Ferma intenzione, che anche negli ultimi anni suoi ripeteva più volte di avere avuta; ed era tal uomo da poterglisi credere sulla parola.
     Quando egli giunse in Napoli, non aveva più di venti anni, e quella grande e chiassosa capitale a lui che non aveva visto che le piccole e tranquille città di provincia, fece grande impressione; impressione che gli rimase per tutta la vita, tanto più che dopo Napoli non vide più altre città. Questa vista però e la vita tutta diversa della capitale non lo distrassero d'un apice dallo scopo che s'era prefisso e dagli studi, ai quali intendeva dedicarsi con maggiore intensità.
     Ma egli giungeva in Napoli con una grande disistima di sé stesso, inoculatagli soprattutto dal genitore e dai maestri, perché allora era ritenuta grand' arte di educazione quella di deprimere e di avvilire i discepoli, forse per ispingerli a sempre più progredire. Sistema buono forse spesso, ma non sempre, e certo dannoso per gli spiriti deboli ed eccessivamente sensibili, ai quali apparteneva Bernardo. Quel continuo mettergli in cattiva vista sé stesso, quel ripetergli sempre che era il più asino di tutta la scuola, che non avrebbe mai imparato nulla, ed altre siffatte insinuazioni, anziché di stimolo gli furono di remora. Sentendoselo tante volte ripetere e da persone che egli certamente stimava, finì davvero per credere di esser tale, quale da quelle gli veniva dipinto, e perciò non fidò mai nelle sue forze, esitò sempre, ed infine rinunziò a sfidare la pubblicità, e tenne quasi celato il suo raro ingegno.