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Anche nella pittura si manifestò la serietà dell'indole di Bernardo; tuttoché così giovane scelse sempre pei suoi quadri soggetti religiosi o storici. E soprattutto attrasse le sue simpatie la storia romana, la storia cioè di quel popolo così fiero e robusto, e di questa stessa storia gli episodii più sublimi; sicché non conserviamo alcun disegno dell'epoca imperiale, ma molti invece del-l'epoca eroica repubblicana; e quando uscì dalla storia romana scelse di Dante le scene più terribili per ritrarle in disegno, e lo stesso fece nella storia sacra, dei cui fatti disegnò in cento maniere la strage degli Innocenti e la dolorosa passione del Calvario. E fa davvero sorpresa, che con un'indole così donnescamente delicata, l'ingegno di Bernardo prediligesse l'espressione di fatti eroici e tragici; forse fu indizio di quel che avrebbe potuto quel suo ingegno se la malattia non lo avesse abbattuto. Ma la sua squisita sensibilità l'aiutò però a ritrarre mirabilmente il dolore; nelle sue pitture i volti dei sofferenti narrano quasi parlantemente gli spasimi delle anime loro, e fanno piangere chi li guarda, riconfermando ancora una volta la verità del detto oraziano: Si vis me flere, dolendum est Primum ipsi tibi (Ad Pisones, v. 103-101). |