Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     VIII

     Frattanto che la vita gli si rendeva così penosa, pure egli era giunto a quell'età in cui dai più si pensa al matrimonio. È vero che egli ebbe sempre una decisa avversione per le donne, forse perché era troppo donna egli stesso; ma pure molti suoi parenti ed amici lo spingevano al matrimonio, e soprattutto i medici glielo consigliavano con insistenza. Anzi glielo aveva ancora consigliato, con strana contraddizione, quello stesso medico napoletano, che pure gli aveva dato due altri anni di vita, assicurandolo che per lui il matrimonio sarebbe stato il vero specifico. Non era che la ripetizione dell'adagio della vecchia scuola medica, la quale assicurava che il matrimonio plerasque phlegmaticas melancholicasque aegritudines aufert. Ed al matrimonio spingevalo lo stesso suo maggiore fratello, che in ciò volentieri gli avrebbe ceduta la primogenitura.
     Non so se Bernardo abbia amato mai donna; più facilmente no, o se ne amò qualcuna, fu uno di quegli amori eterei ed angelici che tutti abbiamo sentito al primo entrare nell'adolescenza: e certo è che se egli avesse amato, avrebbe sposato. Perché nessun uomo fu più di lui meno che nelle apprensioni delle malattie, seguace del raziocinio. E quando si trattò di prender moglie, ragionò seco stesso con la più grande calma e freddezza; considerò sé medesimo e lo stato che avrebbe dovuto abbracciare: vide sé infermo, debole di spirito e di corpo, scorse i gravi doveri ed i non meno gravi pesi del matrimonio, sentì i suoi omeri non valevoli a sostener tanto peso, e si convinse che Dio non lo chiamava a quello stato, e di ciò convintosi non esitò un istante a rifiutare il matrimonio, e non vi pensò più. E fin nella sua tarda età ripeteva spesso che non aveva già fuggito lo stato coniugale perché non volesse soffrirne gl' incomodi, ma perché non vi si sentiva chiamato, ricordando sempre quel passo di un grande scrittore che dice: «Colui che tralascia di ammogliarsi perché non vuole sopportarne i pesi è un vile. »