Giuseppe Savini
Ricordi della vita di Bernardo Savini


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     Imperocché, nessuno può immaginare quanta fosse l'equanimità di Bernardo, e quanto potente il suo sbrigarsi da ogni passione, sensazione e prevenzione. Sensibilissimo, come ho detto essere stato fatto dalla natura e dalle sofferenze, questa sensibilità si arrestava alle porte dell'intelletto, e nessuna cosa giungeva mai a turbare la calma del suo raziocinio. In quell'ozio che doveva dare così spesso al suo corpo infermo ei rifletteva a lungo, e ripassava nella mente le cose lette, i fatti suoi contemporanei o quelli della storia passata, gli uomini conosciuti, e da tutto ciò traeva criterii per giudicare le cose e le persone; onde i giudizi dati da lui erano sempre i più veri ed i più utili. E così a noi suoi nipoti, che crescevamo in mezzo a tempi torbidi, diè sicura guida per guardarci dalla corruzione generale; e con l'istoria alla mano ci fe' studiare lo svolgimento della crisi politica, religiosa e sociale dell'epoca nostra, e con l'istessa storia alla mano ci fe' prevedere il più o meno lontano ma necessario scioglimento.
     Però a base di tutte le sue ricerche e di tutte le sue speculazioni, e più ancora di tutta la sua vita e di tutto il suo insegnamento, pose la religione cattolica, che egli aveva studiato da filosofo, e praticato da credente fin dai primi anni suoi. Questa religione fu che nella sua gioventù gli mantenne intatta e pura come un giglio la sua castità, in mezzo ai pericoli della capitale ed ai mali esempi che anche allora non mancavano nella società in cui viveva; questa fu che guidò tutti i suoi studi, sia scientifici, sia letterari, sia artistici, in modo che dal suo pennello, dalla sua bocca, dalla sua penna non uscì mai cosa che potesse offendere la religione o la morale, anzi, tutti i suoi studi non riuscirono che a confermare nel suo animo quella fede che aveva appreso col latte materno; — fu questa religione che gli diè quella pazienza eroica a sopportare così serenamente tutte quelle pene e quei dolori, sì fisici che morali, che dové soffrire in tutta la sua non breve vita; — fu questa religione che gli accese tanto amore per Dio nel cuore, e in questo amore tanto amore pel prossimo, che in tutti gli uomini gli fe' vedere tanti fratelli carissimi, e perciò amò tutti buoni e tristi, ricchi e poveri, quelli che gli facevano bene e soprattutto quelli che gli facevano male, perdonandoli, scusandoli, beneficandoli e pregando Dio per loro; — fu questa religione che gli ispirò quella carità così ardente, così paziente, e così attiva, da divenire il vero padre dei poveri, e da non esservi nella sua città nessuna malattia, nessuna miseria, nessun dolore, che non trovassero in lui il loro potente consolatore.