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Ed infatti, la mattina del 30 gennaio 1884, un anno appunto dopo la morte del fratello, egli levatosi al suo solito assai per tempo, accusò una gran debolezza e non volle far colazione e neppure, come soleva ogni giorno, uscire in carrozza; pure parlò con altri e con me, e mi ripeté vari avvisi. Poscia, crescendogli la debolezza, chiamò lui stesso il medico; ma questo non trovò nulla di grave e ritenne fosse uno dei soliti accessi nervosi. Ma qualche ora dopo la prostrazione delle forze crebbe tanto, che egli stesso ordinò che gli si facesse venire il curato. Però poco dopo perdette affatto i sensi, e la sua faccia si sconvolse in tal modo, che tutti credemmo morisse da un'ora all'altra. Accorsi vari medici, ritennero fosse una congestione cerebrale gravissima, e come tale sulle prime la curarono; ma egli dopo circa un'ora rinvenne, riparlò, e domandò lui stesso ai medici se quel che aveva avuto era stato un piccolo colpo apopletico. La sera istessa sopravvenne una febbre altissima, ma nei giorni seguenti la febbre cedette, ed egli stesso disse di star meglio. |