L'ambiente nel quale si muoveva la Milli era il più esclusivo: persone di cultura
artisti
nobili facevano a gara per frequentare il suo salotto
tra i più ricercati di Firenze. La poetessa introdusse nella migliore società il giovane Felice
rivolgendogli premure che si rivelarono preziosissime
perché al termine dell'Esposizione Barnabei non fu costretto a tornare a Napoli
ma potette rimanere in Toscana.
La frequentazione del salotto della Milli
oltre alla conoscenza di persone provvidenziali
permise a Barnabei di esprimere un tratto caratteriale che ne fece di lui un amabile e dotto conversatore
diventando con gli anni un assoluto ed assiduo protagonista della vita mondana e dei salotti
dai quali era ricercatissimo
e tramite i quali egli seppe sapientemente indirizzare anche le proprie aspirazioni (18) . Scrive Barnabei nelle Memorie: «La Milli viveva [...] in un appartamento modestissimo
che bastava appena a raccogliervi la famiglia composta da Giannina
la madre
la sorella Gigina ed il fratello Antonio. [...] Il salotto di Giannina Milli era una modesta riunione di gente semplicissima
dotta e celebre finché si vuole
ma modesta ed umile. Non c'era nessuno che fosse spavaldo; forse era la stessa modestia della padrona di casa che si rifletteva su tutto e su tutti. Potrei dire che più che di modestia si trattava di povertà
una povertà rispettabilissima che non pesava a chi la sosteneva e non offendeva o turbava quanti frequentavano allora il salotto della Milli
ed erano uomini veramente sommi».
(18)
Quando si trasferì a Roma per intraprendere la carriera ministeriale Felice
Barnabei frequentò le più esclusive ville dell'aristocrazia romana
ed
ebbe amicizia e sostegno dalla regina Margherita di Savoia.
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