A Firenze fu naturale cercare di dare un seguito alla vocazione del Barnabei nell'arte della maiolica
ma senza successo (19). Ed ancora
facendo affidamento su una certa inclinazione per il disegno
egli s'iscrisse all'accademia di belle arti
ma fu presto dissuaso dal proseguire
per cui non disponendo di mezzi personali sufficienti per sostenersi (20) s'indirizzò alle materie letterarie. Pur a digiuno di studi negli ultimi due anni per le tante distrazioni legate alle vicende politiche che anche a Teramo erano scaturite dalla rivoluzione nazionale
Barnabei fu incoraggiato ad intraprendere gli studi universitari
sia per il profitto che nella scuola dei Barnabiti aveva dimostrato nelle materie letterarie
sia per le parole di elogio ricevute nel salotto della Milli in seguito alla lettura di un suo carme latino
scritto in un periodo di grande sofferenza interiore. Fu quindi invitato a partecipare al concorso per l'ammissione alla Scuola Normale Superiore di Pisa (dove pure poteva contare su vitto ed alloggio gratuito)
sostenendo un brillantissimo esame. Anche in questo frangente fu fondamentale l'appoggio della Milli
che lo segnalò al senatore Silvestro Centofanti (21)
rettore magnifico dell'Università di Pisa.
Dopo l'ammissione venne scelto ed inviato
insieme ad altri giovani napoletani meritevoli
a visitare l'Esposizione Mondiale di Londra (22) (soggiornando anche a Parigi). Il viaggio gli consentì di visitare i più noti Musei ed il Barnabei
poco meno che ventenne
mostrava già un certo interesse per l'archeologia (23)
per quanto riconoscesse che in quei tempi non disponeva della preparazione che gli poteva consentire di mettere a frutto pienamente l'eccezionale viaggio (24). A Londra incontrò casualmente il generale Ernesto Haug (25)
un vecchio garibaldino che aveva conosciuto a Napoli grazie a Pio Mazzoni (26); questi lo presentò a Giuseppe Mazzini (27)
la cui conoscenza destò in lui una “profonda impressione” (28).
(19)
Giannina Milli si adoperò inutilmente per farlo entrare nel famoso stabilimento
fiorentino di porcellana del Marchese Lorenzo Ginori-Lisci
tra i
più rinomati d'Europa
ma essendo rifiutato risultò preclusa ogni concreta
possibilità di progredire in questo campo. Per quanto poi le scelte di
Barnabei lo indirizzarono prima verso gli studi universitari
quindi nel-
l'insegnamento ed infine nel mondo dell'archeologia
la passione nei
confronti della ceramica fu in lui sempre molto viva
al punto che intorno
al 1870 (quando cioè insegnava a Napoli già da diversi anni ed era
ormai ampiamente introdotto nell'archeologia di alto livello) vagheggiava
ancora di dedicarsi totalmente ad essa.
(20)
Barnabei aveva ricevuto un sussidio di otto ducati al mese per studiare
l'arte della maiolica a Napoli. Ma avendo egli deciso di rimanere in Toscana
grazie all'interessamento di Raffaele D'Ambra tale sussidio lo
aveva potuto mantenere anche a Firenze.
(21)
Silvestro Centofanti (1794-1880) letterato toscano dai vasti interessi culturali
prima dell'Unità insegnò storia della filosofia all'Università di
Pisa
dalla cui cattedra fu rimosso con la restaurazione del 1849 ed in seguito
reintegrato con la rivoluzione del 1859. Nominato senatore del regno
nel 1860
ricoprì la carica di Rettore dell'Università di Pisa fino al
1865. Fu anche autore di tragedie.
(22)
Barnabei precisa di non sapere se fu inviato all'Esposizione di Londra a
spese del municipio di Napoli o del governo. Il viaggio lo inorgoglì
come scrisse nelle Memorie: «Già pensavo ad una certa superiorità
innanzi ai miei compagni
nella quale mi metteva questo viaggio
stesso. Tornato da Londra ed entrando negli studi universitari
nessuno
dei miei compagni avrebbe potuto vantare
come me
il merito di aver
fatto un viaggio in Inghilterra. […] tutto ciò all'età di venti anni».
(23)
Nel corso del 1862 aveva frequentato presso un istituto di perfezionamento
di Firenze alcune lezioni di archeologia.
(24)
Il viaggio a Londra e Parigi si ripetette 16 anni dopo (nel 1878)
quando
era ormai diventato un funzionario ministeriale: in occasione dell'Esposizione
Mondiale di Parigi fu inviato in qualità di giurato italiano. La
trasferta durò diversi mesi e fu di grande importanza
perché al ritorno si
mostrò completamente trasformato
elegantemente vestito
sicuro di sé
dedicandosi ad una frequentazione assidua del mondo dell'aristocrazia
romana.
(25)
Ernesto Haug (1818-1888)
ufficiale dell'esercito austro-ungarico e successivamente
divenuto garibaldino
quando nel 1848 partecipò ai moti
rivoluzionari
in seguito ai quali fu condannato a morte. Esule a Parigi
partecipò a Roma alla difesa della repubblica prima come colonnello
poi col grado di maggior generale. Ferito nella battaglia di Velletri ebbe
la medaglia d'oro. Nel 1866 prese parte con Garibaldi alla campagna del
Trentino.
(26)
Pio Mazzoni (1828-1889)
patriota e medico di Notaresco. Ebbe una vita
avventurosa: coinvolto nei moti risorgimentali del 1848 che lo videro
carcerato a Napoli e successivamente esule
allo scoppio della guerra di
Crimea si arruolò come medico nell'esercito turco. Raggiunse il grado di
Colonnello-medico e venne insignito dal Sultano della decorazione di
cavaliere. Dopo la guerra viaggiò in Africa ed Asia come medico personale
di un Pascià
quindi rientrò in Italia in seguito ai moti del 1860.
Tornato a Teramo fu anche impegnato nella politica come componente
dell'amministrazione comunale di Penne e del Consiglio provinciale. I
trascorsi in oriente gli valsero come soprannome Il Turchetto.
(27)
Giuseppe Mazzini
saputa la provenienza di Barnabei
raccontò le traversie
del suo viaggio in Abruzzo
dove si dovette rifugiare con l'uniforme
di maggiore della Guardia Nazionale. Barnabei nelle Memorie
riporta questo aneddoto particolare: «Ricordo il fatto curioso che uscito
dall'abitazione di Giuseppe Mazzini e scorrendo l'elenco dei dispacci telegrafici
affissi sui tabelloni nella via
ne lessi uno che portava la data di
Torino e diceva: “Ieri il generale Garibaldi ha avuto un abboccamento
con Giuseppe Mazzini nel bosco di Firenze”. Io proprio allora avevo finito
di parlare con Giuseppe Mazzini in Londra
a Brompton!»
(28)
Così Barnabei si esprime nelle Memorie: «Non occorre dire
quale profonda impressione lasciasse in me questa visita; vedo tuttora la
bella figura del Mazzini
che somigliava pienamente a quella che le litografie
ci avevano fatto conoscere
con la sua cravatta di seta nera a parecchi
giri
con la mano sinistra che lisciava la piccola barba
con gli oc
chi vivissimi
proprio seducenti. La mia mente restò così compresa da
questo grande avvenimento
che non pensai ad altro che a Giuseppe
Mazzini».
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