Ho sentito che il Sig. Centofanti sia qui; cercherò di vederlo
se sarà possibile
e di sapere quel che mi debba fare. Non ho potuto fermarmi a Pisa perché dovevo essere subito qui
ed appena che avrò accomodate certe cose verrò costì a passare qualche giorno
tanto che le scuole qui son chiuse in occasione delle vacanze autunnali.
Mi ossequi intanto la Sig.ra Mamma
e mi ricordi alla Sig.ra Nencini
ed alla Sig.ra Regina a cui mi presentò Antonio
sorella della mia troppo gentile padrona di casa costì.
Mi faccia avere le sue poesie ultime di Livorno
le quali mi saranno carissime. Accolga tanti saluti dalla Signora [...].
Cento e cento baci ad Antonio.
Col desiderio di presto vederla
mi creda
P.S. La prego mi scriva subito
che mi farà grandissimo piacere.
d.mo servo
Barnabei
V
Firenze 18 settembre 1862
Pregiatissima Sig.ra Giannina
Ricevei l'altro giorno la lettera della Sig.ra Regina
alla quale non risposi subito perché speravo presto essere costà per rivederle; ma aspetto lettere importanti dagli Abruzzi che non ancora mi giungono
onde non posso muovermi di qua. Mi spiacque immensamente che lei non si sentisse bene; già prima della lettera della Sig.ra madre me ne aveva parlato il profes. Pallengaro che tornava da Siena; voglio sperare nondimeno che adesso siasi ristabilita e se la godi tranquilla le pure anse di codesti poetici colli. Io qui sono pieno di melanconia... non ho trovato nessuno!
Ho rivisto solo il sig. Frullani
che la ossequia
e dice non aver notizie di lei. Ho ricevuta dal Centofanti la partecipazione ufficiale dell'ammissione alla scuola della quale
come ben saprà
è stato nominato Direttore il Prof. Villari (50)
che mi sprona a studiare e mi promette aiuti; ed io ringrazio il cielo
che da questo lato
le mie cose sembrano bene incominciate.
(50)
Pasquale Villari (1826-1917)
politico e storico di rilievo
dai vasti interessi
sociali e filosofici
fu esule a Firenze dopo i moti del 1848. Fu docente
di storia all'Università di Pisa dal 1859
poi direttore della Normale
di Pisa dal 1862
quindi passò dal 1865 per lunghissimi anni all'Istituto
di Studi Superiori di Firenze. Fu socio nazionale dei Lincei
deputato
e senatore del regno
occupando la poltrona di ministro dell'istruzione
nel governo Rudinì. Fu presidente dell'Accademia dei Lincei e della
Dante Alighieri. Secondo Barnabei il Villari nei suoi confronti fu sempre
animato da una “naturale avversione”
che nel tempo crebbe per l'influsso
negativo di alcune persone. Dopo i tempi di Pisa (Villari era direttore
della Scuola Normale frequentata dal teramano) i due si ritrovarono
molti anni dopo
quando il Villari era diventato ministro dell'istruzione e
Barnabei un alto funzionario dello stesso ministero. Barnabei puntualizzò
nelle Memorie: “Diventai allora un vero bersaglio del
Villari”.
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