Dica alla Fortunata che ho fatti i suoi saluti a casa Castinelli
e che si è parlato delle sue accademie mangiatorie di Cisanello!
Tante cose alla mamma ed Antonio
alla sig.ra Tommasi (74)
al Frullani all'avvocato alla sig.ra Vittoria al Prof. Vannucci a tutti che vengono a vederla. Mi creda
d.mo
FBarnabei
XVII
Napoli l'ultimo del 1865
Pregiatissima signora Giannina.
Scrivo troppo tardi
è vero; non ho potuto scrivere prima
perché prima gli esami ora le lezioni (75) mi portano via tutte le poche ore onde si compone la giornata (76). Mi feci però vivo l'altro giorno in una lettera della Gigina. L'ho vista varie volte
e s'è chiacchierato a lungo. Il bello fu quando andò all'Educandato il primo giorno che arrivai qui. Scese la Gigina
ed io restai al sentirla parlare così soavemente il napoletano. Dissi: che cos'è questa pronuncia troppo napuriella? E lei: non mme ne m'port! accompagnato da quell'alzare della [...] che qui dice tanto e che non si può descrivere (77).
L'ho rivista poi a casa con D. Bernardo
e poi un momento all'Istituto
e poi due giorni a casa nelle feste di Natale
e poi non più. Avevo promesso tornare da lei con D. Bernardo giovedì passato; ma mi toccò far lezione e non potei disporre neppure di mezz'ora.
Si ride che non se ne può più
riandando le memorie del primo anno in Toscana
fra le quali brilla il ricordo dei balli delle seggiole (78)
del soccorso delle cipolle per piangere [...]
e sopratutto la disperazione che allora mi rodeva.
(74)
In particolare il 6 novembre 1864 Firenze subì un'inondazione a causa
dello straripamento dell'Arno.
(75)
Elisa Tommasi fu assidua corrispondente della Milli per un trentennio
fino alla morte della poetessa. Nel fondo Milli si conservano di lei 120
lettere.
(76)
Nel novembre 1865 il Barnabei ottenne la nomina a professore reggente
di lettere greche e latine della quinta ginnasiale del Liceo Vittorio Ema
nuele di Napoli. Inizialmente era stato destinato a Benevento
ma grazie
all'interessamento di Nicola Rosei
sacerdote e patriota abruzzese
e capo
divisione della segreteria della pubblica istruzione di Napoli
ottenne
l'incarico nel capoluogo partenopeo. Fu il Villari a segnalarlo al Rosei.
(77)
Nelle Memorie Barnabei lascia intendere chiaramente quanto si
fosse rivelata insufficiente la preparazione universitaria per affrontare
l'insegnamento
ma soprattutto quanto fosse necessario il rinnovamento
nei metodi d'insegnamento: «I professori universitari insegnano molte
belle cose
ma poche di esse sono realmente utili nella pratica scolastica».
(78)
Gigina Milli insegnava a Napoli già dal 1862
dove era stata nominata
istitutrice del terzo educandato
con l'ufficio di maestra nella prima classe
(lettera del 28 giugno 1862 di Paolo Emilio Tulelli a Giannina Milli).
Sempre a Napoli aveva soggiornato negli anni precedenti per studiare
insieme al fratello Antonio. Se Gigina divenne maestra
gli esiti del fratello
furono più incerti: frequentò una bottega con scarso profitto
si diede
allo studio del canto
coltivò la prospettiva del teatro
ed infine si impiegò
nelle ferrovie a Firenze
dove visse molti anni e vi morì nel 1895.
Negli anni degli studi i fratelli Milli furono assiduamente seguiti dal Tulelli
amico fedele della poetessa
che la ragguagliava puntualmente sull'andamento
della loro formazione. I rapporti tra il sacerdote napoletano
e la Milli sono documentati da oltre cento lettere.
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