Il Prof. Tulelli a quest'ora deve avervi scritto
e detta la sua malattia. Ora sta bene. Io sono piuttosto contento perché ho potuto studiare assai più quest'anno. Anche Cecco studia. La vita del resto a Napoli corre come al solito
se si eccettuano le solite dimostrazioni
composte da una quarantina di giovinotti che hanno gridato le solite grida per due sere
con isdegno della moltitudine che è stanca di queste miserie. Speriamo bene.
Tante cose alla mamma
alla Gigina
ad Antonio a tutti di casa ed a tutti gli amici.
aff.mo e d.mo
FBarnabei
XXIV
Mia carissima Signora Giannina
Io vi avrei scritto
se avessi saputo che avete ritardato tanto la vostra venuta. Mi si faceva credere che sareste arrivata qui subito. Io già avevo scritto alla Gigina che amavo molto in questa occasione di essere adoperato
se mai potessi fare quaggiù qualche cosa per voi
come ad esempio prepararvi la casa ec. ec. Non avrei voluto essere risparmiato ma non mi si è scritto nulla. Scrissi poi al Sig. Odoardo
per la cosa di cui egli le ha già parlato.
Io accetto completamente la vostra osservazione
e la trovo giustissima
d'altra parte mi resta a notare che io dal lato mio non avrei dimandato un impegno che mi costringesse a sciupare molte ore del giorno andando in cerca di notizie. Le cose più importanti che accadessero qui
che sarebbero state le sole che potevano fornire la materia alla corrispondenza di una città come Napoli ad un giornale della capitale non mi sarebbero state sconosciute
eppoi grandissima parte del materiale mi sarebbe stata procacciata e preparata dal Direttore del Piccolo Giornale di Napoli
che prima faceva la corrispondenza alla Nazione e che mi proponeva ora questa corrispondenza che egli non ha più il tempo di scrivere. La questione mia era puramente finanziaria. Non mi sono occupato di lezioni private dal principio dell'anno
perché calcolavo sulla promozione
e ripartivo il mio tempo si che mi ci entrasse maggiore studio ed applicazione.
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