Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     Questa promozione non è venuta perché il Prof. Villari non l'ha voluta; egli me lo disse né io serbo animosità contro di lui secondo che a lui stesso dichiarai; ed io mi trovo in bisogno calcolando ora sullo stipendio che non basta. Il Prof. Villari disse che capiva benissimo che il soldo non può bastare che bisognava facessi lezioni private; e questa fu cosa curiosissima che cioé egli mi consigliasse ciò che conosce benissimo […]. Ora basta il tutto sta che lezioni private adesso non si trovano. Io ho fiducia che queste cose mie andranno meglio; certo è che ora mi trovo in strettezze e non posso farmi un abito ed il pastrano che porto l'ho fatto già rivoltare due anni fa. Non mi date del Geremia; quando verrete qui io vi farò toccare con mano come stanno le cose e vi farò alcuni miei conti e vi mostrerò come ho dovuto spendere certo danaro che avevo. Io non ho rimorsi. Capisco che per mille riguardi la posizione qui è bellissima; il fatto sta che io non posso godere di tutti i vantaggi costretto a dimandare di uccidere il tempo sacrificando le ore per guadagnare qualche lira. Calcolavo che 4 o 5 lettere alla Nazione (che tanto ne entrerebbero in un mese) potessero rendermi una sessantina di franchi. Se ciò sarà possibile è bene altrimenti il cielo mi aiuterà in qualche modo.
     Se ne tornate a parlare al Barbera dite che il Direttore del Piccolo Giornale Sig. De Zerbi mi consiglia dimandare q[uest]o impegno e che egli (che potrebbe essere consultato) si comprometteva di aiutarmi dandomi la materia che non avrei avuto che da stendere nella corrispondenza.