Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     Scriverò al Maggiorani subito. Scrivetemi quando venite e se io posso fare qualche cosa per voi. Per Bacco! spero non farete complimenti. Scrivetemi e ditemi quello che volete. Sono molto contento di potervi rivedere. Parleremo di tante cose. Intanto un saluto affettuoso alla mamma alla Gigina a tutti a tutti.
     Col desiderio di rivedervi presto con Antonio credetemi sempre

     Napoli 28 genn. 1870
     St. Pace n° 7
     aff.mo dev.mo
     FBarnabei
     Cecco fa mille saluti a tutti


     XXV

     Carissima Sig.ra Giannina
     Credevo di poter venire domani con Antonio; ma non mi sarà possibile. Calcolerei di fare una gita in uno di questi giorni per potervi vedere prima che veniate a Napoli.
     Vi scriverò un giorno o due giorni prima acciò io sappia se siete a Caserta e se vi possa trovare. Per ora mille e mille saluti a voi ed alla mamma anche per parte di Cecco.

     25 febb. 1870
     aff.mo e dev.mo
     Fbarnabei

     XXVI

     Carissima Sig.ra Giannina
     Cecco scrisse subito ad Antonio e gli mandò poi gran parte della commissione per mezzo della Signora Eleonora Pazzi: il resto lo manderà per mezzo vostro quando verrete qui. Io spero che voi scriverete subito che venite e mi auguro che il tempo si migliori altrimenti con questa rigidezza che è ritornata mal si godrebbe dalla nostra visita a Pompei. Ma dopo tante noie di freddo e di umido il mutamento al buono ce lo dobbiamo aspettare da un giorno all'altro.
     Il Martorelli non l'ho veduto e non l'ho incontrato. Se scrivete ad Antonio raccomandategli a nome mio quella cosa per cui lo pregai e che è un affare che mi riguarda molto da vicino e che potrebbe accomodarsi quante volte se ne preghi il Cav. Giammelli. Il Prof. Tulelli non sa nulla e non ho avuto tempo di andare a [...] essendo stato occupato delle ore della sera per certe Signore rumene che mi sono state raccomandate molto dal Prof. Comparetti (86) di Pisa.

(86) Garibaldi prese la decisione di muovere alla conquista di Roma incoraggiato dall'assicurazione che i patrioti romani sarebbero insorti per abbattere il dominio papale. Tuttavia il piano insurrezionale fallì anche perché la popolazione della capitale di fatto non si mosse. Le truppe garibaldine furono stroncate a Villa Glori; quindi il 3 novembre dopo la vittoria di Monterotondo si registrò la disfatta di Mentana causata sia dalla crisi dell'organizzazione militare garibaldina sia dall'impiego da parte dei francesi dei nuovi fucili chassepots.