Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     LXI

     3 genn. 86

     Cara Giannina
     Vi auguro tutto il bene che il mondo può dare e desidero che le mie premure per l'altro affare siano riuscite [...]. Speriamo che il nuovo anno ci dia quelle soddisfazioni a cui avete dritto ed intanto vi prego di accogliere gli attestati della mia antica e sincera devozione con mille saluti per Nando
     Vostro aff.mo
     Felice


     LXII

     Roma 12 maggio 86

     Mia carissima Sig.ra Giannina
     Ho ricevuta stamani la vostra lettera la quale mi ha cagionato maggiore rincrescimento di quello di che io già provavo per la questione di cui ero stato pienamente informato dal Senatore Fiorelli. Non conosco il sig. ispett. Ravalli. Ieri il caso portò che gli parlassi in mezzo ad altri e senza presentazione ed egli dopo poche parole mi salutò coll'attributo di onorevole credendomi un deputato o meglio un ex-deputato. Ma anche se lo conoscessi crederei bene di non rivolgergli una sola sillaba sull'affare di cui mi scrivete. Mi risulta per [...] che ne ho avute che il Sen. Fiorelli premurosissimo per raccomandazioni fattegli anche dal comm. Correnti si adoperò molto presso il Ministro acciò i vostri desideri fossero soddisfatti.
     Non ne cavò nulla; e ne ero addolorato; a me disse dispiacergli assai anche che era costretto a darmi una risposta così contraria a quella che desideravo scrivervi.
     Che cosa posso ora fare io? Accetto la vostra lettera come uno sfogo fatto ad un amico e mi rattristo pensando che non vengo a nulla mentre vorrei far molto trattandosi di voi di voi a cui mi legano ricordi della più viva riconoscenza.
     Bisogna farsi coraggio; e non so dirvi altro il che mi desola assai.

     Il vostro aff.mo
     Felice