LXI
3 genn. 86
Cara Giannina
Vi auguro tutto il bene che il mondo può dare
e desidero che le mie premure per l'altro affare siano riuscite [...]. Speriamo che il nuovo anno ci dia quelle soddisfazioni a cui avete dritto
ed intanto vi prego di accogliere gli attestati della mia antica e sincera devozione
con mille saluti per Nando
Vostro aff.mo
Felice
LXII
Roma 12 maggio 86
Mia carissima Sig.ra Giannina
Ho ricevuta stamani la vostra lettera
la quale mi ha cagionato maggiore rincrescimento di quello di che io già provavo per la questione di cui ero stato pienamente informato dal Senatore Fiorelli. Non conosco il sig. ispett. Ravalli. Ieri il caso portò che gli parlassi in mezzo ad altri
e senza presentazione
ed egli dopo poche parole mi salutò coll'attributo di onorevole
credendomi un deputato
o meglio un ex-deputato. Ma anche se lo conoscessi crederei bene di non rivolgergli una sola sillaba sull'affare di cui mi scrivete. Mi risulta per [...] che ne ho avute
che il Sen. Fiorelli
premurosissimo
per raccomandazioni fattegli anche dal comm. Correnti
si adoperò molto presso il Ministro
acciò i vostri desideri fossero soddisfatti.
Non ne cavò nulla; e ne ero addolorato; a me disse dispiacergli assai anche che era costretto a darmi una risposta così contraria a quella che desideravo scrivervi.
Che cosa posso ora fare io? Accetto la vostra lettera come uno sfogo fatto ad un amico
e mi rattristo pensando che non vengo a nulla
mentre vorrei far molto
trattandosi di voi
di voi a cui mi legano ricordi della più viva riconoscenza.
Bisogna farsi coraggio; e non so dirvi altro
il che mi desola assai.
Il vostro aff.mo
Felice
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