NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     Federigo, udendo ciò che la donna addomandava e sentendo che servir non la potea, per ciò che mangiare gliele avea dato, cominciò in presenza di lei a piagnere anzi che alcuna parola risponder potesse; il qual pianto la donna prima credette che da dolore di dover da sé dipartire il buon falcon divenisse, più che da altro, e quasi fu per dire che nol volesse; ma pur sostenutasi, aspettò dopo il pianto la risposta di Federigo, il quale così disse: - Madonna, poscia che a Dio piacque che io in voi ponessi il mio amore, in assai cose m'ho reputata la fortuna contraria e sommi di lei doluto; ma tutte sono state leggieri a rispetto di quello che ella mi fa al presente, di che io mai pace con lei aver non debbo, pensando che voi qui alla mia povera casa venuta siete, dove, mentre che ricca fu, venir non degnaste, e da me un picciol don vogliate, ed ella abbia si fatto che io donar noi vi possa; e perché questo esser non possa vi dirò brievemente. Come io udii che voi, la vostra mercé, meco desinar volevate, avendo riguardo alla vostra eccellenzia e al vostro valore, reputai degna e convenevole cosa che con più cara vivanda secondo la mia possibilità io vi dovessi onorare, che con quelle che generalmente per l'altre persone s'usano: per che, ricordandomi del falcon che mi domandate e della sua bontà, degne cibo da voi il reputai, e questa mattina arrostito l'avete avuto in sul tagliere, il quale io per ottimamente allogato avea; ma, vedendo ora che in altra maniera il disideravate, m'è sì gran duolo che servir non ve ne posso, che mai pace non me ne credo dare.


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