NOVELLE ITALIANE DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO


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     La qual cosa avendo messer Geri una e due mattine veduta, disse la terza: - Chente è, Cisti? è buono?
     Cisti, levato prestamente in piè, rispose: - Messer sì, ma quanto non vi potre' io dare ad intendere, se voi non n ' assaggiaste.
     Messer Geri, al quale o la qualità del tempo o affanno più che l'usato avuto o forse il saporito bere che a Cisti vedeva fare, sete avea generata, volto agli ambasciatori sorridendo disse: - Signori, egli è buon che noi assaggiamo del vino di questo valente uomo: forse che è egli tale che noi non ce ne penteremo - ; e con loro insieme se n'andò verso Cisti.
     Il quale, fatta di presente una bella panca venire di fuor dal forno, gli pregò che sedessero; e alli lor famigliari, che già per lavare i bicchieri si facevano innanzi, disse: - Compagni, tiratevi indietro e lasciate questo servigio fare a me, ché io so non meno ben mescere che io sappia infornare; e non aspettaste voi d'assaggiarne gocciola! - E così detto, esso stesso, lavati quattro bicchieri belli e nuovi, e fatto venire un piccolo orcioletto del suo buon vino, diligentemente diè bere a messer Geri e a' compagni, alli quali il vino parve il migliore che essi avessero gran tempo davanti bevuto; per che, commendatol molto, mentre gli ambasciatori vi stettero, quasi ogni mattina con loro insieme n'andò a bere messer Geri.

     A' quali, essendo espediti e partir dovendosi, messer Geri fece uno magnifico convito, al quale invitò una parte de' più onorevoli cittadini, e fecevi invitare Cisti, il quale per niuna condizione andar vi volle. Impose adunque messer Geri ad uno de' suoi famigliari che per un fiasco andasse del vin di Cisti, e di quello un mezzo bicchiere per uomo desse alle prime mense. Il famigliare, forse sdegnato perché niuna volta bere aveva potuto del vino, tolse un fiasco.


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